A due mesi dalla scomparsa, il Circuito Cinema Comunale rende omaggio al grande regista francese Alain Resnais con una ricca personale in programma alla Casa del Cinema, impreziosita dalla presentazione del suo capolavoro Hiroshima mon amour al Rossini di Venezia (mercoledì 14 maggio) e al Dante di Mestre (mercoledì 21 maggio) nella versione recentemente restaurata e distribuita dalla Cineteca di Bologna (in lingua originale con sottotitoli italiani). La figura e l’opera di Resnais sono ricostruite dal critico e saggista Roberto Pugliese nell’articolo di copertina del magazine Circuito Cinema: «Padre della Nouvelle Vague» ed «eterno sperimentatore» – scrive Pugliese - sono le due definizioni più ricorrenti intorno ad Alain Resnais, entrambe contenenti una porzione di verità ed un giudizio limitante. Di “padri” la Nouvelle Vague è ricca e il ruolo di innovatore svolto da Resnais è fuori discussione. Ma il regista abbandonò ben presto le regole – quantunque non scritte – di quel movimento per costruire la propria poetica dell’impalpabile, dell’inesprimibile, intorno a un “pensiero” filmico disancorato da coordinate spazio-temporali rigide e da codici narrativi tradizionali. E quanto allo “sperimentatore”, il manifesto ne resta probabilmente L’anno scorso a Marienbad (1961), discusso Leone d’oro a Venezia, film di simboli, di montaggio e di visioni, dopo il quale il regista sembra quasi riflettere più concretamente sugli schemi di una narrazione catafratta, immaginaria, artificiale (Muriel, il tempo di un ritorno, La guerra è finita, Je t’aime, je t’aime, Stavisky, dal 1963 al 1974); una fase del cinema resnaisiano che culmina nell’immenso Providence (1977), dove il concetto stesso di racconto e di tempo filmico viene aggredito e decostruito, non senza una urticante ironia, appellandosi ad una dimensione onirica a tratti palesemente horror, in una meditazione sublime sull’arte, la vita e la morte.
La personale Le cinéma selon Resnais (il cinema secondo Resnais) prende il via alla Casa del Cinema di San Stae martedì 6 maggio con gli esordi folgoranti del regista: il cortometraggio Notte e nebbia, accurata ricostruzione dei crimini nazisti nei campi di concentramento, realizzato nel 1956, quando quelle immagini non erano patrimonio comune della memoria, e il citato L’anno scorso a Marienbad. A seguire, secondo l’ordine cronologico di produzione, Muriel, Il tempo di un ritorno (giovedì 8 maggio), La guerra è finita (martedì 13 maggio), Stavisky, il grande truffatore (giovedì 15 maggio), Providence (martedì 20 maggio), Mon oncle d’Amérique (giovedì 22 maggio), La vita è un romanzo (martedì 27 maggio), Melò (giovedì 29 maggio), Voglio tornare a casa! (martedì 3 giugno), il dittico Smoking/No Smoking (giovedì 5 giugno), Mai sulla bocca (martedì 10 giugno), Cuori (giovedì 12 giugno) e Gli amori folli (martedì 17 giugno).