Il cinema per Giuseppe Berto rappresentò da subito la speranza di lasciare Mogliano Veneto e la provincia
per trasferirsi nella capitale, la più concreta opportunità per non finire a insegnare e tentare più gratificanti avventure intellettuali, per di più significava avvicinarsi al mondo dorato dello spettacolo e dei divi, che certamente
aveva acceso la sua fantasia di internato negli anni della costrizione americana. Era animato da una determinazione
incrollabile e da un’altrettanto solida fiducia nelle proprie capacità, e così da Roma non tornò più indietro riuscendo a guadagnarsi da vivere con le collaborazioni ai giornali e alle sceneggiature cinematografiche. L’avventura
cinematografica di Berto, se per un verso si concretizzò in sei film tratti da suoi testi narrativi, cui se ne aggiunse un settimo postumo, conta una dozzina di sceneggiature
per lo più firmate a più mani e quattro soggetti originali: nell'insieme, dunque, attesta un impegno continuativo
soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta e più saltuario nell'ultimo decennio della sua vita. Si tratta di
testi e di proposte che non aggiungono molto alle opere più celebri, ma valgono a completare le testimonianze di un
impegno mai ideologico, anzi costantemente teso alla riaffermazione del proprio sentimento esistenziale che caratterizzò l’intera esperienza intellettuale dello scrittore, ai quali, pertanto, è giusto prestare ancora attenzione.