28 ottobre 2016
Frank Zappa
Zappazik!
Progetto originale dedicato a Frank Zappa
a cura di Giovanni Mancuso
John Cage
Concert for piano and orchestra
Chironomids Outerspace Group
Giovanni Mancuso, direttore e pianista
in collaborazione con il Conservatorio Benedetto Marcello
29 ottobre 2016
American Songs
23 canzoni per voce e 14 strumenti
Canzoni originali e trascrizioni
di Luca Mosca
Überbrettl Ensemble
Pierpaolo Maurizzi, direttore
Cristina Zavalloni, voce
30 ottobre 2016
Uri Caine
Urlicht- Primal Light
Uri Caine Ensemble
Uri Caine, pianoforte
Ralph Alessi, tromba
Joyce Hammann, violino
Chris Speed, clarinetto
Mark Helias, contrabbasso
Jim Black, batteria
Dj Olive, consolle dj
Se Vedova è protagonista già nell’immediato dopoguerra dell’avanguardia artistica italiana, egli entra ben presto in un circuito che va al di là della dimensione nazionale nel quale riveste un ruolo di primo piano, come sottolineano i successi alle Biennali di S. Paolo del Brasile nel 1951 e nel 1953-1954, oltre alle numerose occasioni espositive a New York e negli Stati Uniti, dove, qualche anno dopo, viene anche invitato a tenere cicli di lezioni in varie, prestigiose università. Di quegli anni è anche un lungo viaggio attraverso “deserti, canyons, riserve indiane, i ghetti neri e bianchi delle immense metropoli” che lascerà un segno profondo nella sua evoluzione artistica. E' nel De America, grande ciclo di circa cinquanta dipinti su tela e su carta eseguiti a Venezia da Emilio Vedova tra il 1976 e il 1977 che la sua intensa esperienza “americana” trova espressione, con una pittura che risente delle radicali trasformazioni che, in particolare tra gli anni ‘60 e ‘70, agitano la società su entrambe le sponde dell’Atlantico. Dedicato a questo straordinario ciclo e alla sua genesi, uscirà a breve, edito da Skira, un ricco volume a cura di Germano Celant con ricerche biografiche e documentarie di Laura Lorenzoni. Proprio in riferimento a questa formidabile stagione della pittura vedoviana, la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova organizza Euroamerica, un ciclo di concerti dedicati agli Stati Uniti e all’Europa, curato da Mario Messinis. Non si sono scelti gli autori americani radicali, ma quelli aperti alla godibilità diretta, alla musica di consumo e al “kitsch alto” (come direbbe Arbasino). Per quanto riguarda l’avanguardia europea invece l’interesse è rivolto alla ricerca di nuovi linguaggi, con punte di razionalismo analitico.