Un trittico coreografico che esprime al meglio la versatilità dei danzatori di Aterballetto. La serata si apre con Lego di Giuseppe Spota che mette in scena il quotidiano andirivieni cittadino. Fra strade e dedali intricati nascono relazioni casuali o volontarie. Prende invece il titolo dalla sua durata 14’20’, la coreografia di Jirí Kylián. Al centro del lavoro il tempo, sfuggente e impalpabile, che definisce lo scorrere di ogni esistenza. Nasce infine dalla struggente musica di Tom Waits Rain Dogs di Johan Inger. Una metafora dello smarrimento che congela le nostre energie vitali.