Messa in scena di 'Trincee:risveglio di primavera' di Andrea Pennacchi,
regia di Mirko Artuso,
con Andrea Pennacchi e Giorgio Gobbo,
disegni dal vivo Vittorio Bustaffa.
Lo spettacolo racconta le gesta di un
soldato qualsiasi durante la Prima Guerra Mondiale, il suo
arruolamento volontario, l’es
perienza nel conflitto, la
disillusione, il legame coi compagni, la fragilità della
condizione umana. Il giovane soldato protagonista diventa
una sorta di antieroe sovranazionale, che dà voce a tutti
quelli che nelle trincee sperimentarono l’indicibile, ma
anche
lo slancio giovanile verso la lotta e la vita, “ridendo come degli ebeti”.
Lo storytelling di Pennacchi, accompagnato dalla chitarra di Giorgio Gobbo (Piccola Bottega Baltazar) e
dalle immagini create dal vivo da Vittorio Bustaffa, è epico, spesso c
omico, a tratti commovente. Una voce
e un corpo che senza trucchi di scena riescono con la forza delle parole e dell’immaginazione a dar vita a
personaggi e vicende che sfilano come immagini vive nella mente di chi ascolta. Oltre alla recitazione
corposa d
i Pennacchi, in scena è presente anche quella silente delle immagini di Vittorio Bustaffa, capaci di
riflettere sulle azioni, sulle emozioni dei personaggi del racconto nel tentativo di trasfigurarli in situazioni
visive che solo il gesto pittorico può pro
durre.
Nelle loro parole, nei suoni e nelle immagini il passato è un palcoscenico in cui mettere in scena ciò che è
utile e necessario nel presente, perché la memoria appartiene ai vivi, dice l’Ecclesiaste, e non ai morti. È
una prospettiva un po’ sbilenca
, lontana dalle retorica della “grande guerra patriottica” (ma in qualche
modo anche ”diversamente” pacifista) e rispettosa delle centinaia di migliaia di caduti, della loro gioventù,
dei loro sogni.