Proiezione del film '12 anni schiavo'. Titolo originale '12 Years a Slave'. Regia di Steve
McQueen. Interpreti: Benedict Cumberbatch,
Chiwetel Ejiofor, Brad Pitt, Michael Fassbender,
Sarah Paulson
Or. USA, 2013
durata 133’
Oscar come miglior film, attrice non protagonista
(Lupita Nyong’o) e sceneggiatura
non originale (2014)
Sappiamo che la storia di Solomon Northup – di
come da uomo di colore libero divenne schiavo - è
“vera”, i titoli di coda ci dicono che dopo la liberazione,
Solomon sarà un attivista per i diritti degli
africani americani fino alla morte. McQueen nella
sua messinscena va oltre però l’esperienza reale, e
trasforma l’originario “romanzo di formazione” di
Solomon nell’esplorazione mentale della schiavitù:
cosa significa essere schiavi nella testa prima che
nel corpo, nella perdita del sé, nella rassegnazione
alle “regole” del sadismo. Vi è un paesaggio americano
popolato di figure archetipe, da una parte come
dall’altra, tra gli schiavi come tra i padroni. Il
coro degli schiavi alle spalle di Solomon, la schiava
che vuole essere come i bianchi... E il padrone
condiscendente – che, come dice a Solomon una
giovane schiava, è sempre uno schiavista difatti li
tiene prigionieri. E quello sadico che somiglia a un
SS e la notte costringe i suoi schiavi ai festini. Ha
una sua “favorita” ma non esita a frustarla a morte.
Le paludi, i campi di cotone, le “capanne dello zio
Tom” che frontalmente McQueen visualizza nel
film (con la fotografia di Sean Bobbitt), disegnano
con angosciosa precisione l’universo concentrazionario
e le sue dinamiche di annientamento, senza
retorica né consolazione.