Presso gli spazi di San Servolo Servizi di Venezia, saranno esposte per la prima volta, trascorso il settantennio previsto per legge, le cartelle cliniche dei pazienti ebrei deportati dagli ospedali psichiatrici di San Servolo e di San Clemente nell’ottobre 1944, corredate da fotografie, documenti amministrativi e annotazioni tratte dai diari clinici. Attraverso i documenti archivistici si potranno comprendere i fatti accaduti in quel tempo: le visite preparatorie alla deportazione da parte di ufficiali fascisti, le descrizioni e i giudizi espressi dai medici, le vicissitudini personali di quelle persone. Un itinerario documentario per ricordare nomi, volti e frammenti di una tra le più tragiche vicende umane della shoah.
La storia manicomiale dell’Isola di San Servolo inizia nel 1725 con il ricovero del primo alienato, sotto la direzione dei ‘padri ospitalieri’ di San Giovanni di Dio “Fatebenefratelli”, e si conclude, dopo più di due secoli, nell’agosto 1978, in seguito all’emanazione della “Legge Basaglia”. A partire dal 1935 le strutture manicomiali di San Servolo e di San Clemente furono gestite dalla Provincia di Venezia, che, alla chiusura dei manicomi, ereditò un patrimonio archivistico ricchissimo ed unico. I complessi archivistici degli ex ospedali psichiatrici lagunari sono principalmente costituiti da due fondi: “San Servolo (1718-1988)” e “San Clemente (1873-1987)” che comprendono documentazione sanitaria, amministrativa, contabile e fotografica. Esistono poi altri due fondi minori: “Amministrazione dei manicomi centrali veneti di San Servolo e di San Clemente in Venezia (1903-1935)” che comprende la documentazione prodotta nel periodo in cui i due nosocomi ebbero un’amministrazione unica e “Ospedale civile provinciale dei santi Giovanni e Paolo (1825-1873)” costituito da cartelle cliniche provenienti dall’Ospedale Civile di Venezia.