musica
Concerto Diego Matheuz

Il concerto si aprirà con il Cantabile per archi (1979) del compositore lettone Pēteris Vasks, di cui il pubblico veneziano ha già applaudito quest’estate il Quartetto con pianoforte eseguito dal Notos Quartet all’interno del Progetto danza e arti visive.

Seguirà il Concerto per due pianoforti e orchestra in re minore FP 61 di Francis Poulenc, composto su commissione di Winnaretta Singer (di cui Poulenc fu più volte ospite a Palazzo Contarini Polignac) ed eseguito in prima assoluta a Venezia nel 1932 nell’ambito del Festival di musica contemporanea della Biennale.

La seconda parte del concerto sarà interamente dedicata alla Sinfonia n. 9 in mi bemolle maggiore op. 70 di Dmitrij Šostakovič, eseguita per la prima volta a Leningrado il 3 novembre 1945.

Nato nel 1946 ad Aizpute, in Lettonia, Pēteris Vasks rappresenta, insieme agli estoni Arvo Pärt e Veljo Tormis e al lituano Algirdas Martinaitis, una delle figure più autorevoli nel variegato e stimolante panorama che caratterizza la rinascita culturale degli Stati baltici dopo la fine del dominio sovietico. Influenzato inizialmente dalla forza drammatica e dalle tecniche aleatorie dell’avanguardia musicale polacca, Vasks recupera via via un’impronta armonico-melodica ricca di comunicativa spesso attingendo alla tradizione musicale lettone. Il veicolo espressivo più congeniale lo trova negli strumenti ad arco: lo dimostrano composizioni come Musica Dolorosa (1983), la sinfonia Stimmen (1990-91), Musica Adventus (1996), nonché il Cantabile per archi (1979) in programma questa sera, dove un andamento quasi mahleriano si arricchisce di un ampio ventaglio di microsfumature creando paesaggi sonori sospesi, diafani nella loro lontananza. È una musica che, con il suo melos struggente e le sue armonie dense e meditative, sembra alludere alla fragilità della bellezza. Un universo sonoro delicato e rarefatto che a tratti si intensifica per poi sfaldarsi nuovamente e trascolorare fino alle soglie del silenzio.

A partire dagli anni venti, Francis Poulenc frequenta la residenza della principessa Edmond de Polignac, amica e mecenate, che gli commissionerà un Concerto per due pianoforti e orchestra. Portato a termine in breve tempo, il lavoro viene eseguito il 5 settembre 1932 al Festival di Musica Contemporanea di Venezia con l’Orchestra della Scala diretta da Désiré Defauw: solisti lo stesso Poulenc e l’amico Jacques Février. Composto nella tonalità di re minore, il Concerto per due pianoforti è una sorta di pastiche neoclassico realizzato con materiali musicali eterogenei e intessuto di citazioni che vanno da Scarlatti e Mozart a Ravel e Stravinskij. Il risultato è un’opera dalla scrittura strumentale brillante, ironica, avvolta da un esprit tipicamente parigino, che si articola in tre movimenti secondo la forma settecentesca del concerto grosso: un Allegro ma non troppo (che comprende l’evocazione delle sonorità di un’orchestra gamelan giavanese), un Larghetto (omaggio al movimento centrale del Concerto KV 466 di Mozart) e un brillante e ironico Finale, Allegro molto.

La Sinfonia n. 9 in mi bemolle maggiore op. 70 fu composta da Šostakovič al termine della seconda guerra mondiale come terza parte della cosiddetta «trilogia bellica». Se la Settima e l’Ottava raccontano le sofferenze e lo sforzo eroico del popolo sovietico contro il nazismo, la Nona dovrebbe essere, sulla carta, una grande sinfonia patriottica, un inno trionfale in cui si manifesta la gioia per la vittoria. Il risultato è invece antitetico a quanto ci si aspetterebbe: l’occasione celebrativa viene oscurata da una componente ludico-satirica e da una ironia che susciteranno l’avversione della critica ufficiale sovietica. Scritta in poco più di un mese, la Sinfonia n. 9 viene eseguita per la prima volta il 3 novembre 1945 presso la Sala grande della Filarmonica di Leningrado sotto la direzione di Evgenij Mravinskij. Šostakovič rivendica «un clima luminoso e solare», ma il senso di gioia espresso è troppo spensierato e pieno di humour. Non ci sono cori, fanfare, marce, magniloquenze. La struttura classica, la semplicità e la concisione dell’opera vengono considerate un affronto alla memoria dei caduti in guerra e la Sinfonia non tarderà molto a finire sul libro nero della censura.

Pēteris Vasks: Cantabile per archi

Francis Poulenc: Concerto per due pianoforti e orchestra FP 61

Dmitrij Šostakovič: Sinfonia n. 9 in Mi bemolle Maggiore, Op. 70

Orchestra del Teatro La Fenice

Direttore: Diego Matheuz

Pianoforte: Anna Barutti e Massimo Somenzi

dettagli
Biglietto: consulta il sito dell'evento
quando
dal 27/02/15 al 28/02/15
DoLuMaMeGiVeSa
Orario: (scegli la data)
dove
Teatro Malibran
Cannaregio 5873 - 30121 Venezia
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