teatro
Vivaldi 'Juditha triumphans'

Cast: Manuela Custer (Juditha), Paola Gardina (Vagaus), Teresa Iervolino (Holofernes) e Giulia Semenzato (Abra)

Direttore: Alessandro De Marchi

Regia: Elena Barbalich

Orchestra e Coro del Teatro la Fenice, maestro del Coro Claudio Marino Moretti

Nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice nell’ambito del festival «Lo spirito della musica di Venezia» 2015

Nel 1716, per la settima volta, la Repubblica di Venezia è da due anni in guerra contro i turchi. Le sorti dello scontro non sono favorevoli ai veneziani, già sconfitti nel Peloponneso e assediati sull’isola di Corfù: occorre perciò dispiegare maggiori forze militari sul campo, e non meno importante è l’opera di propaganda in patria, per la quale la musica era da sempre uno strumento formidabile.

Anche Antonio Vivaldi e il librettista Giacomo Cassetti contribuiscono così allo sforzo bellico. Fresco della nomina a maestro di concerti nell’Ospedale della Pietà, Antonio Vivaldi era di certo ben intenzionato a coniugare l’impegno patriottico e la volontà d’inaugurare un nuovo capitolo della propria carriera con una composizione d’importanza. La scelta cade su un soggetto d’oratorio all’epoca assai noto. La storia dell’eroina biblica Giuditta che seduce il condottiero assiro Oloferne, lo decapita dopo averlo visto addormentarsi ubriaco alla fine di un banchetto, e libera in tal modo la città israelita di Betulia, era da tempo un classico della produzione oratoriale, soprattutto laddove occorreva celebrare virtù eroiche e belliche: prima di Vivaldi se n’erano occupati Ziani e Scarlatti; dopo Vivaldi se ne occuperanno tra gli altri Jommelli e Mozart.

Scritto in altisonante latino anziché in italiano come i precedenti oratori di Cassetti, ma senza historicus, ovvero senza il narratore di prammatica negli oratori latini alla Carissimi, il libretto di Juditha triumphans conteneva una serie di corrispondenze immediatamente leggibili dallo spettatore veneziano del 1716: Giuditta rappresenta Venezia; Oloferne il sultano di Costantinopoli; Abra, ancella di Giuditta, la fede; Vagaus, servo di Oloferne, il comandante delle forze turche Alì Pascià; Betulia e le sue vergini la chiesa e la cristianità; Ozia il papa.

Juditha triumphans venne eseguita all’Ospedale della Pietà in una data imprecisata tra il marzo 1716 e il gennaio 1717, e le esecutrici furono – tanto per le parti strumentali che per le parti vocali, personaggi maschili compresi – le figliole del coro dell’Ospedale.

Nella partitura autografa, conservata alla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, Vivaldi sfoggia un grandioso parterre strumentale che all’epoca costituiva un vanto dell’Ospedale della Pietà. Non solo sono presenti le trombe e i timpani che danno evidenza sonora al sottotitolo «oratorio militare sacro» attribuito alla Juditha: oltre alla consueta compagine di archi e fiati (flauti a becco e oboi), compaiono strumenti solisti quali la viola d’amore, quattro tiorbe, un salmoè, un mandolino, due claren, cinque viole «all’inglese». Grandiosità, esemplarità, unicità: non è forse un caso che Vivaldi, che nella propria carriera ha praticato a piene mani l’imprestito e il riutilizzo di materiali musicali propri e altrui, non abbia mai pensato di attingere alla Juditha triumphans per le proprie opere posteriori.

dettagli
Biglietto: consulta il sito dell'evento
quando
dal 25/06/15 al 05/07/15
DoLuMaMeGiVeSa
Orario: (scegli la data)
dove
Teatro La Fenice
San Marco, Campo S. Fantin, 1965 - Venezia
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