La malattia e il dolore, si sa, rendono vulnerabili, e pur di stare meglio si è disposti, a volte, anche a derogare dalla razionalità e dalla scienza non senza
affrontare dei rischi per la nostra salute.
L’indagine del nostro relatore parte da Christian Friedrich Samuel Hahnemann, 1775-1843, (il fondatore dell’omeopatia “similia similibus curantur”), si sofferma
sull’analisi delle eventuali evidenze scientifiche, fino a concludere e a delineare il perché l’omeopatia sia da sempre così invisa agli alti prelati cattolici.
Eppure Hahnemann aveva una visione filosofica in cui di grande rilievo era la credenza di una provvidenza. La sua forza vitale immateriale è molto vicina al
concetto di anima, per agitare le sue preparazioni le batteva su una Bibbia, il rimedio omeopatico non perde efficacia sia pure diviso all’infinito (così come
l’ostia consacrata). Ma a ben vedere il nocciolo della questione è una sorta di concorrenza al soprannaturale mal digerita, fluidi contro carismi, esplicitata
dalla Chiesa nell’accusa di traviare i cristiani indirizzandoli verso discipline e filosofie orientali non compatibili con la fede.
Come dire che il carisma della guarigione può derivare solo da Dio e da nessun altro, a meno che il “diavolo” non ci metta lo zampino.
Scrive infatti il noto esorcista padre Gabriele Amorth: “La guarigione che proviene dal diavolo ha lo scopo di generare confusione…” Bene, allora cercheremo di mettere un po’ di ordine dando qualche informazione in più. Essendo meno esposti in quanto non credenti a questi “rischi spirituali” derivanti dalla medicina alternativa, ci interessa di più il paragone di questa, non tanto con le proposte dell’aldilà (miracoli, preghiere, acque, madonne), ma rispetto alla medicina così detta “scientifica”. Un modo, quello della pertinente informazione, per porci in una condizione in cui le decisioni per la nostra salute vengano prese nel modo più razionale possibile.