Raffaella Pavoni Lanzetti, moglie di un ricchissimo
industriale milanese, con alcuni amici si sta godendo una crociera al largo della Sardegna su di una lussuosa barca. Prepotente, snob, piena di sè, non s’avvede quanto il suo atteggiamento e le sue conversazioni contengano d’offensivo
nei riguardi della proletaria ciurma in cui a schiumare di rabbia repressa c’è un certo Gennarino Carunchio, siciliano, comunista, con un caratteraccio. Usciti soli su di un gommone, Raffaella e Gennarino finiscono su di un’isola
deserta. La disperata situazione offre al maschio
proletario il destro per capovolgere la situazione
e vendicare secoli di angherie schiavizzando l’altezzosa
industriale.
Ritrattista d’ottima scuola, Lina Wertmüller spara le sue migliori cartucce nella pittura dei protagonisti e fa centro. Anche grazie ad un Giannini e a una Melato ormai perfettamente affiatati e ogni volta capaci di darsi connotati freschi, il film ha tronco robusto e lieta fioritura.