conferenze e convegni
Giambattista Tiepolo. Presentazione della mostra a cura di Alberto Craievich

Giambattista Tiepolo è oggi uno degli artisti del passato che gode di maggior successo. Pochi sanno tuttavia che il punto di svolta per la sua fortuna presso il grande pubblico è rappresentato dalla mostra organizzata a Villa Manin di Passariano nel lontano 1971. A distanza di oltre quarant'anni si è deciso di realizzare in quella stessa sede un'esposizione dedicata al grande artista che evoca quell'evento per molti versi rivelatore. La mostra ripercorre la lunga attività di Giambattista attraverso opere fra le più significative volte a documentare un percorso artistico che non cessa di sorprendere per la sua straordinaria vitalità. Sono presenti oltre sessanta dipinti e più di settanta disegni disposti all'interno di un percorso cronologico e tematico che oltre a descrivere lo sviluppo della sua carriera artistica ne indaga il processo creativo e si sofferma su alcuni aspetti meno noti della sua produzione. L'esposizione si apre con alcuni sorprendenti disegni giovanili, alcuni esposti per la prima volta, e una serie di incisioni, eseguite su disegni dello stesso Giambattista e destinate ad alcune iniziative editoriali del secondo decennio del secolo. Le sale successive sono dedicate ai bozzetti e alla sua attività grafica. Si entra così nel laboratorio creativo del pittore, perché proprio nel bozzetto si individua non solo il momento più fresco e immediato dell'invenzione ma si dispiega anche l'abilità tecnica dell'autore. Nelle sale successive, è quindi esposta una notevole serie di disegni, fra i quali quelli su carta azzurra dedicati agli studi anatomici ed eseguiti con rapidi tratti di gesso rosso e bianco, provenienti dal quaderno appartenuto al pittore triestino Giuseppe Gatteri ed oggi al Gabinetto dei disegni e delle stampe del Museo Correr di Venezia. Seguono, i disegni a penna, riuniti per ordine tematico secondo quella suddivisione che si ritrovava originariamente negli album rilegati già alla fine del Settecento, forse dallo stesso Giambattista poco prima del suo viaggio in Spagna. Troviamo quindi i 'pensieri' le cosiddette 'vedute', e le 'caricature', quest'ultime esposte assieme ad alcuni rari disegni di Pulcinella. La seconda parte della mostra segue un indirizzo strettamente cronologico. In uno specifico ambiente sarà possibile ammirare i grandiosi 'pennacchi' 'che in età d'anni diciannove dipinse sopra le nicchie nella Chiesa dell'Ospedaletto' (Vincenzo da Canal, 1732). Si tratta delle primizie dell'artista, la cui autografia è stata lungamente dibattuta dagli studi nel corso del Novecento, presentate in questa sede dopo un attento restauro. Nella sua giovinezza Tiepolo dipinge alcuni episodi della storia antica dall'iconografia particolarmente ricercata e rara. Sono dipinti che, nonostante l'intonazione cupa, sorprendono per la stesura pittorica smagliante, in cui l'artista offre una lettura originale della classicità. Egli non si limita a visualizzare famose vicende del passato ma indaga l'intima natura dei protagonisti facendone emergere passioni e individualità. L'apparato scenografico è depotenziato in scabri paesaggi aperti che fanno da sfondo a poche figure in pose perentorie e risolute. Nel 1730, dopo aver portato a termine per la famiglia Dolfin tanto la decorazione ad affresco del Palazzo Patriarcale di Udine quanto le grandiose tele per il salone del loro palazzo veneziano documentate in mostra dall'Annibale che contempla la testa di Asdrubale (Vienna Kunsthistorisches Museum), è chiamato a Milano dove lavora ad affresco in Palazzo Archinto e in Palazzo Casati Dugnani. Quindi è a Bergamo per decorare la Cappella Colleoni. Per l'artista si tratta della definitiva consacrazione e del suo riconoscimento come il più grande decoratore del suo tempo, scettro che rimarrà nelle sue mani fino alla morte. Verso il 1730 Tiepolo muta in modo sostanziale il proprio modo di dipingere, trasportando nella pittura ad olio la tersa luminosità dei propri affreschi. Nel soffitto con Zefiro e Flora per Palazzo Pesaro oggi a Ca' Rezzonico, il primo compiuto dopo il rientro dal soggiorno il Lombardia, egli conferisce alle due figure un'evidenza ottica paragonabile solo a quella dei contemporanei dipinti di Canaletto, che nello stesso periodo segue un'evoluzione formale analoga. Nei primi anni Quaranta Tiepolo è ormai il pittore veneziano più celebre. Instancabile, si cimenta in una straordinaria sequenza di imprese monumentali in tela e ad affresco. Questo fertile periodo di attività è documentato in mostra attraverso alcuni dipinti particolarmente significativi che testimoniano al meglio una casistica estremamente ampia di commissioni. Allo stesso momento risale il suo incontro con Francesco Algarotti, destinato a lasciare il segno. Scrivendo al suo più giovane ed entusiasta ammiratore Tiepolo conclude: 'Giuro che mi sarebbe più caro star un giorno in compagnia sua e parlare di pittura che tutti li divertimenti di questa villa, che mi creda non è pochi'. Queste poche parole sono sufficienti a testimoniare il sodalizio culturale fra l'artista e il suo dotto amico. In questa sezione, volutamente avulsa da quella dedicata alle altre opere della piena maturità, si è riunito un gruppo di dipinti realizzati da Tiepolo per Algarotti stesso e quelli compiuti per la galleria di Dresda di cui l'intellettuale fu il diretto ispiratore. Attorno alla metà del secolo Tiepolo è impegnato in smisurati cicli ad affresco, i più vasti e ambiziosi che egli abbia mai compiuto. Al contempo, licenzia sia in ambito sacro sia in quello profano un'impressionante sequenza di capolavori su tela dove, come il più sapiente e smaliziato dei compositori, individua sempre un registro poetico ed espressivo perfettamente idoneo: drammatico, eroico, languido. A testimoniare le sue ultime grandi commissioni in patria sono esposti il grandioso modello del Musée des Beaux-Arts di Angers per il soffitto del salone di Villa Pisani a Stra e, soprattutto, Santa Tecla libera Este dalla pestilenza per il Duomo di Este, una delle tele più grandi dipinte da Tiepolo: il suo capolavoro nell'arte sacra. Anche in tarda età la fama del pittore non subisce flessioni. Il re di Spagna richiede espressamente alla Repubblica i suoi servigi. Tiepolo, parte controvoglia, contando di rimanervi non più di due anni. Diverrà invece l'ultima tappa della sua vicenda umana e professionale. Nel decennio al servizio dei Borbone, oltre alla decorazione ad affresco per il palazzo reale (qui documentata dal bozzetto per la sala del trono del Metropolitan Museum of Art di New York), compie le pale d'altare per il convento francescano di Aranjuez fra le quali sono esposte le tele con San Pietro d'Alcantara e Sant'Antonio da Padova dove, attraverso un linguaggio formale non immune alla nuova cultura neoclassica, offre una personale interpretazione della passionale religiosità spagnola.

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DoLuMaMeGiVeSa
Orario: (scegli la data)
dove
Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani 7 - Mestre (VE)
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