E’ la prima produzione goldoniana del Teatro dei Pazzi; una straordinaria messa in scena nello stile della commedia dell’arte di Giovanni Giusto. Era necessario per il mio giuoco trovar due personaggi che sapessero così ben assurdamente affettar la loro lingua con l’italiana in un quasi Gramelot, che mostrassero con sgarbo e mala grazia il carattere della loro nazione. La lingua non fa la Commedia, ma il carattere; il carattere di un Milord Inglese e di un Nobile Spagnuolo che si sentono liberi di portare in scena tutti i luoghi comuni dei loro Paesi. Ciò per la più comoda intelligenza di chi li guarda e li ascolta, e per la gioia mia di mettere in ridicolo le Nazioni. E in mezzo il povero Conte italiano, strapazzato, trattato da impostor e corroso dall’amor. Un’abile interpretazione della protagonista, Giovanna Digito, attorniata da corteggiatori ridicoli, che cadranno nella trappola dell’amore fatale.