Incontro con il regista Robert Guédiguian e l'attrice Ariane Ascaride.
A seguire, la proiezione del film : Le voyage en Arménie (2005).
Un anziano, malato, decide di abbandonare la Francia dove è sempre vissuto per far ritorno all’Armenia del proprio passato. Sua figlia, che è una donna molto solida, è un medico, è un’ex comunista, e concretamente crede soltanto al
proprio lavoro e alle proprie conquiste, ne è sconvolta ma decide di inseguirlo, cercarlo, per convincerlo a tornare indietro per curarsi. È la scoperta di molte cose per lei. A cominciare da un paese che, tra riscatto da una lunga e odiosa dominazione sovietica e occidentalizzazione spavalda
e spesso criminale, sta cercando il proprio futuro.
Voyage en Arménie – osserva Roberto Ellero sul mensile Circuito Cinema di aprile – segna il ritorno alla terra avita di un armeno della diaspora come Guédiguian, peraltro così profondamente legato alla “sua” Marsiglia (o meglio ancora, ad un quartiere multicolore e proletario di quella città, l’Estaque) da averne fatto il quasi ininterrotto motivo conduttore di ogni narrazione: storie d’amore e di lotta, di tenerezza e disincanto, di non facili integrazioni e di necessarie nuove solidarietà. (…) La bellezza del cinema di Guédiguian – al pari di certi classici francesi di ieri, Duvivier o Renoir, ma anche di certi odierni come Kaurismäki – risiede nell’intensità di uno sguardo integro, posato con garbo e naturalezza sulla realtà, ma senza sconti. È lo sguardo di un autore e di un cinema profondamente etici, coerenti e autentici nel loro incrollabile umanesimo. È lo stesso sguardo che ci regala Ariane Ascaride sullo schermo: dolce, magari sofferente eppure indomito.