Di Carlo Goldoni, una produzione Teatro Instabile.
Arlecchino servitore di due padroni è stato scritto come canovaccio nel 1745 a Pisa (titolo originale: 'Il servitore di due padroni'). Il cambio del titolo venne fatto da Strehler nel 1947, in funzione della tourné internazionale che lo spettacolo di lì a poco avrebbe intrapreso, sapendo che il nome di Arlecchino, data la sua notorietà, avrebbe richiamato più pubblico che non con il titolo originario di Goldoni.
Come diceva lo stesso Goldoni, è una commedia giocosa, una commedia d'intrigo fondata su due motivi drammatici tradizionali: il travestimento e lo sdoppiamento, il primo dà origine alle scene patetiche e il secondo a quelle comiche. L'interesse per le vicende amorose dei personaggi 'seri' è continuamente distolto dalla comicità delle situazioni che nascono dallo sdoppiamento del protagonista, arlecchino, il quale fa della scena un vero e proprio campo da gioco, i cui elementi principali sono la locanda e una strada attigua alla stessa.
Trama Al centro della commedia si colloca Arlecchino, servo di due padroni, che, per non svelare il suo inganno e per perseguire il suo unico intento, ovvero mangiare a sazietà, intreccia la storia all'inverosimile, creando infiniti equivoci e guai.
La commedia si apre in casa di Pantalone de' Bisognosi, anziano mercante che sta assistendo alla promessa di matrimonio tra sua figlia, Clarice, e Silvio, figlio del Dottore Lombardi. I due sono innamorati ed è una fortuna che possano promettersi, dato che Federico Rasponi, agiato torinese a cui Clarice era destinata, è morto in una lite a causa della di lui sorella Beatrice.
Alla promessa Smeraldina, giovane serva di Clarice a casa di Pantalone e Brighella, locandiere veneziano che fa da testimone. Inaspettatamente, nella scena irrompe Truffaldino, il giovane servo venuto per annunciare il suo padrone; si tratta proprio di Federigo Rasponi, venuto in Venezia per incontrare la sua futura sposa e per chiarire gli affari sulla dote della ragazza. In realtà, colui che si presenta in casa degli allibiti personaggi è Beatrice Rasponi, sorella del defunto in vesti da uomo, per riscuotere ingannevolmente i soldi della dote per poter aiutare Florindo Aretusi, suo amante fuggito a Venezia in seguito al colpo mortale inferto di sua mano proprio a Federigo e che lei sta inseguendo.
Brighella riconosce Beatrice ma non svela l'inganno dinanzi ai presenti e, anzi, sta al gioco facendosi da garante per assicurare tutti che lo sconosciuto che si trovavano di fronte fosse proprio Federigo Rasponi. Neanche Arlecchino, incontrato da Beatrice nel Bergamasco, sa nulla della vera identità del suo padrone. Il suo unico obiettivo è riempire la pancia, essendo perennemente tormentato dalla fame e dall'ingordigia. Non soddisfatto del trattamento di Beatrice, che trascura gli orari del pranzo e lo lascia spesso da solo, per uno scherzo del destino si trova a servire un altro padrone, che si rivela essere Florindo Aretusi sotto il falso nome di Orazio Ardenti.
Beatrice e Florindo sono vittime delle bugie, dell'ingordigia e della scaltrezza dell'abile servitore e si ritrovano alloggiati nella locanda di Brighella in cerca l'uno dell'altro. Per svincolarsi da situazioni critiche, Arlecchino non fa altro che creare guai su guai. Per non farsi scoprire, addossa tutte le responsabilità sul fantomatico Pasquale, servo che in realtà non esiste. Anche quando Beatrice e Florindo si rincontreranno, Florindo crederà che il servitore di Beatrice sia Pasquale e viceversa. Arlecchino soffre la fame, mente, corteggia, ama, finge di saper leggere, serve acrobaticamente due padroni in stanze diverse, pasticcia la trama e la risolve, tutto ciò mentre lo pseudo-Federigo Rasponi complica la vita dei due amanti Silvio e Clarice e delle rispettive famiglie.
Proprio quando la situazione sembra irrimediabile, e Beatrice e Florindo minacciano di suicidarsi convinti che i rispettivi amanti siano morti, Arlecchino riesce a risolvere ogni cosa. I due padroni innamorati sono condotti a nozze, Clarice e Silvio e le rispettive famiglie si riappacificano, una volta svelato l'inganno di Beatrice, Truffaldino e Smeraldina ottengono il permesso di sposarsi. Il servo scaltro si svela solo per amore della servetta. 'Ho fatto una gran fadiga, ho fatto anca dei mancamenti, ma spero che, per rason della stravaganza, tutti si siori me perdonerà'.