conferenze e convegni
Decrescita, per un'economia del buon vivere

relatori Paolo CACCIARI, Alberto CASTAGNOLA.

Dall'intervento di Paolo CACCIARI:

La decrescita è un concetto che nasce dall'improprietà del PIL a misurare la qualità della vita dei cittadini: il consumo di carburante da fermi e la sanità che cura le malattie respiratorie per inquinamento incidono positivamente sul PIL, facendo pensare che si abbia un'economia migliore, quindi si stia meglio.

Inoltre, l'esercizio della decrescita prende spunto dalle buone pratiche quotidiane di ciascun cittadino: la coltivazione autonoma degli ortaggi nell'orto di casa, la produzione casalinga di yogurt o la panificazione.

Dal punto di vista normativo troviamo inserito il bien vivir nelle neonate Costituzioni africane, piuttosto che trovare il benessere delle Costituzioni (materiali) occidentali.

Nella letteratura troviamo autori che in epoche diverse si sono occupati direttamente o indirettamente di descrescita: Ivan Illic, “La convialità”, Maurizio Pallante, “La descrescita felice” et alii, Serge Latouche, “La scommessa della descrescita” et alii.

La società contemporanea occidentale ha raggiunto dei limiti di sviluppo in cui ogni tentativo basato sui canoni classici dell'economia, porta con sé molti effetti deleteri, spesso più effetti negativi nascosti o non contabilizzati economicamente nell'azione primaria.

La scarsità di risorse naturali (petrolio, uranio, silicio, fosfati per agricoltura...) inizia ad essere presente sia nei mercati internazionali, sia nel piccolo mercato con l'aumento dei prezzi, difficilmente valutabile per una catena decisionale poco trasparente, su cui spesso si basa la vendita finale.

Una contraddizione vivida è quella dei rifiuti: nel libero mercato (solo con incentivi pubblici) non è ancora previsto un circolo chiuso che tratti i rifiuti. In natura il concetto di rifiuto non è presente, tutto è utilizzato da qualche organismo in un ciclo chiuso e, da qualunque punto si parta, si ritorna secondo tempi naturali.

Nelle produzioni umane raramente accade questo e poco ci si preoccupa di trattare il rifiuto per riportalo a materia utile per l'uomo, seppur di crescente interesse. Le buone pratiche quotidiane, considerate appartenenti ad un passato povero e purtroppo in disuso, sono il riutilizzo, la riparazione, il compostaggio, l'acquisto di cibo poco lavorato per cucinare con le materie prime in casa (cioè poco prima di mangiarle): il ciclo del riutilizzo perpetuo.

Il fallimento delle politiche mediative che intendeva ottenere l'ONU al recente congresso di Copenhagen hanno portato alle dimissioni dell'ambasciatore con il compito fallito di avvicinare le politiche energetiche di Stati Uniti e Cina.

Un altro fenomeno in ripresa è la migrazione di massa dai paesi del sud del mondo verso il nord per assicurarsi la sussistenza minima che il mondo occidentale voleva “migliorare” instaurandovi l'economia di scambio. Tuttavia, ora i paesi avanzati abbandonano alcuni stati motivando la scelta con la crisi economica e la microeconomia locale che assicurava la sussistenza è a rischio di estinzione poiché non tramandata per più di una generazione.

Le opinioni attuali sono ancora orientate a dare fiducia al sistema economico della crescita cambiando le merci di scambio: da qui nasce l'idea di Green Economy e Clean Tech..

Purtroppo è il sistema che ha in sé delle provate contraddizioni: la tecnologia dei PC ci permette di leggere dei documenti senza ausilio di carta, ma la stessa tecnologia ci facilita enormemente nella stampa. Il risultato è un incremento del fabbisogno di carta e di materiale per le stampanti (molto inquinante: micropolveri nell'ambiente e rifiuti speciali). Lo stesso si dica delle auto catalitiche che inquinano meno, ma prodotte in un altro continente che devono essere trasportate nei mercati! (consumo di carburante)

Economia della fruizione: fare lo stesso, esaudire gli stessi bisogni con meno prodotti. Puntare sull'autoproduzione e sui beni relazionali.

Capacità di biogenerazione: rispettare i tempi dettati dalla riproduzione naturale attraverso meccanismi evolutisi in milioni di anni e che conosciamo bene.

Dall'intervento di Alberto CASTAGNOLA:

Alcuni dati sul peggioramento delle condizioni ambientali e di vita per l'uomo: l'85% del rame è stato già estratto, solo il 2% delle 100.000 sostanze chimiche è stato testato e rarissimamente è testata l'interazione tra le sostanze che spesso provoca effetti imprevedibili, riduzione della biodiversità delle specie edibili (da 30.000 specie nel 1949 a 15.000, oggi negli Stati Uniti ci sono solo 4 tipi di grano) che ci conduce alla scomparsa irreversibile di prodotti dell'evoluzione naturale.

In nome della produttività non si considerano degli effetti “secondari” molto importanti: il cambiamento della coltivazione di riso in alcune zone ha portato alla ricomparsa delle zanzare e della malaria che era stata debellata anche grazie a quella specie di riso che ospitava gli insetti antagonisti e non nocivi per l'uomo.

Le lampadine a risparmio energetico (fluorescenza) contengono del mercurio: l'adozione di massa ci permette di risparmiare energia, ma dobbiamo porre attenzione allo smaltimento, che deve essere più attento rispetto alle vecchie lampade ad incandescenza.

Tra gli anni '80 e '90 il sud del mondo ha subito una grossa involuzione: ora 3 miliari di persone hanno un reddito teorico stimato inferiore ad 1$ al giorno: il fatto che è poco evidenziato è l'insicurezza ad ottenerlo ogni giorno e che la soglia di 1$ è molto ottimistica, si stima che abbiano qualche cent a disposizione ogni giorno.

30 anni fa si pensava che i programmi di cooperazione a lungo termine di poter assicurare un reddito garantito, purtroppo oggi quell'orizzonte oltre che esser stato disatteso, non è più sufficiente una struttura di soli programmi di piccola cooperazione, dato che il problema è strutturale.

La sfera finanziaria dell'economia è 21 volte maggiore del valore reale dell'economia dei beni, con capitali spostabili con velocità data dalle tecnologie informatiche e le cui entità possono provocare crisi economiche ovunque ed ora siamo già ritornati al 60% del volume finanziario rispetto a prima della crisi.

Gli esempi di economia solidale (GAS, autoproduzione) sono degli embrioni rispetto al sistema dominante: possiamo scambiare merci secondo altri criteri, fare pubblicità in senso informativo e formativo, ad esempio indicando ciò che è presente nei cibi lavorati, chi l'ha prodotto e come.

Giovialità nel riproporre i metodi di produzione dei nostri nonni: sapere ed aver partecipato alla produzione del vino o alla macellazione del maiale faceva “assaporare” e dare valore diversamente al cibo.

La crescita smisurata ha provocato sicuramente maggiore disoccupazione, dato che il lavoro è previsto solo tra i costi da ottimizzare e non come valore educativo, sociale, di crescita personale.

Discutere il modello produttivo in base al luogo di produzione e usufruizione: non è intelligente portare una specie in tutti i territori perché risulta più produttiva, perché lo shock naturale non è prevedibile (inquinamento genico delle colture mais OGM vicino a specie OGM-free).

Ci sono sparute iniziative aziendali che promuovono lo sfruttamento delle conoscenze e risorse interne per raggiungere risultati nel posto di lavoro (azienda di software che organizza un sistema per il monitoraggio e controllo dei consumi) e lo promuove nelle abitazioni dei dipendenti.

dettagli
Biglietto: ingresso libero
quando
DoLuMaMeGiVeSa
Orario: (scegli la data)
dove
Campo San Martino
Castello 2424 - 30122 Venezia
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