In oltre 150 opere tra tele e disegni del periodo 1982-2007 tratti dalla Gaspare Foundation e da varie collezioni private italiane ed estere, l’artista italiano si propone di colmare il divario, quasi divorzio, tra pittura e architettura che ha caratterizzato i tempi moderni.
L’architetto, volendo imporre la sua visione attraverso immobili, spazi e perfino arredamenti, tende ad allontanare ogni altra forma di espressione che contrasti con la sua. Il committente/collezionista finisce spesso per sentirsi un ospite a casa propria.
L’artista riafferma con forza il diritto del pittore di offrire una propria visione, complementare ma autonoma, e riconosce al committente/collezionista il piacere e la responsabilita’ di costruirsi e vivere in uno spazio veramente suo.
Gaspare esplora attraverso il tema della citta’, con una tecnica pittorica molto personale, il sottile divario tra la rappresentazione figurativa e l’astratto : una ricerca che dura da 25 anni per definire meglio quell’universo tra realta’ e ricordo. E’un lavoro sostenuto da una straordinaria forza immaginativa che lo ha fatto definire dal filosofo Karl Popper come ‘immaginifico dell’arte contemporanea’ quando si frequentavano a Londra.