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Riapre il Museo di Storia Naturale di Venezia
Una sede rinnovata e accogliente per l'educazione scientifica e naturalistica delle nuove generazioni

Valorizzare i reperti individuando temi e percorsi che ne sviluppino le potenzialità didattiche; mediare la complessità dei concetti attraverso una comunicazione attiva a più livelli, primo tra tutti quello esperienziale: nel progettare il nuovo museo, il continuo intreccio e l’integrazione tra questi elementi hanno condotto a un’elaborazione originale, in cui contenuti, allestimento e comunicazione concorrono a coinvolgere il visitatore, a stimolarne l’attenzione, l’attitudine critica a porsi domande, creare collegamenti, cercare risposte, comprendere per deduzione le strutture essenziali del metodo scientifico. Su queste basi, per il riallestimento sono state concepite e sviluppate- grazie alla vastità e all’ampiezza delle collezioni - tre diverse aree tematiche.

1. Sulle tracce della vita ovvero la paleontologia Qui Il grande dinosauro e la spedizione sahariana di Giancarlo Ligabue aprono la sezione che prosegue, con originali soluzioni allestitive, in una serie di sale in cui si ripercorre, sotto la guida del fossili, la successione cronologica delle varie forme di vita sulla Terra.

2. Raccogliere per stupire, raccogliere per studiare ovvero l’evoluzione del collezionismo naturalistico Nella novità e nella singolarità della proposta museologica (l’evoluzione del concetto di collezionismo naturalistico) qui si recuperano e valorizzano alcune unità espositive originarie del museo, dedicate a esploratori e collezionisti veneti del XIX secolo, Giovanni Miani e Giuseppe De Reali, vi si affianca una sala dedicata a un collezionista di oggi - Giancarlo Ligabue- e si introduce infine la formazione e lo sviluppo della museologia naturalistica. Questa sottosezione spazia dalla wunderkammer cinquecentesca -suggestivamente evocata nella torresella ovest con una stupefacente serie di “Mirabilia”, “Naturalia”, e “Artificialia” appartenenti alle collezioni - alla catalogazione e conservazione scientifica tipiche dei musei ottocenteschi, esemplificate nell’ampia sala sul Canal grande, in tutta la sua altezza, con la ricostruzione di armadiature, vetrine, depositi… con sorprendenti risultati

3. Le strategie della vita ovvero forma e funzione negli esseri viventi Dalla torresella est inizia questa innovativa sezione dedicata alle Strategie della vita- un unicum nel panorama museale italiano- che offre stimolanti chiavi di lettura della complessità della natura e delle forme viventi, analizzata attraverso le strategie di sopravvivenza elaborate dalle varie specie. Una “wunderkammer virtuale” in cui il continuo ricorso a esempi di animali e organismi marini o terresti, dalle dimensioni più diverse, vissuti in epoche passate o attualmente viventi, negli habitat più dissimili, guida un percorso esperienziale e deduttivo, finalizzato a comprendere in modo immediato concetti scientificamente complessi, come quello della “convergenza adattativa”. Si presenta così, con un divertente gioco, questa sezione che sarà oggetto di ulteriori sorprese e approfondimenti che prenderanno il via nei prossimi mesi.

Al piano terra, sono stati acquisiti e recuperati, grazie a uno specifico finanziamento del Comune di Venezia, importanti spazi: innanzitutto il giardino, ricavato in un’area all’aperto inutilizzata da molti anni, che è stata inglobata nelle pertinenze del museo, risistemata con zone erbose, siepi, piantumazioni offrendo un importante valore aggiunto per l’intera area urbana circostante. Dal giardino si accede al piano terra del palazzo, il cui porticato interno è stato dotato di vetrate parzialmente apribili, in modo da poter ospitare sia alcuni dei servizi essenziali come il punto informativo, la biglietteria, il museumshop, sia, nelle lunghe ali est e ovest, nuove, interessanti funzioni: da un lato un ampio spazio per mostre temporanee, dall’altro la “Galleria dei cetacei”, ovvero l’esposizione a soffitto degli scheletri di una grande balenottera, di un capodoglio e di altri piccoli cetacei. Questa soluzione rende percorribile e suggestivo lo spazio sottostante, utilizzabile anche per attività di aggregazione. Il piano terra continua inoltre a ospitare altre aree e funzioni: • l’Acquario delle Tegnùe, con pesci, molluschi crostacei e altri organismi tipici delle particolari zone rocciose sommerse al largo del litorale veneziano (le Tegnùe, appunto), e il gioco “sottAcqua”, suo complemento didattico • la sala conferenze • lo spazio per le attività educative • la biblioteca • il laboratorio di tassidermia e preparazione biologica Include quindi, oltre alle aree aperte al pubblico, anche spazi dedicati a importanti attività scientifiche e di ricerca, accessibili solo agli addetti ai lavori.

Primo Piano (ammezzato)

Le aree di questo piano - per le quali è già pronto un progetto di ulteriore ampliamento delle aree espositive con una sezione dedicata alla laguna di Venezia - ospitano depositi di conservazione delle collezioni, laboratori scientifici, un ulteriore spazio per le attività educative e le sale delle associazioni naturalistiche collegate al museo.

Secondo Piano

Interamente adibito a spazio espositivo, ospita le tre grandi sezioni del museo, che affrontano la Storia Naturale da tre diversi punti di vista, con un approccio museologico nuovo e interessante, pur mantenendo strette connessioni con l’attività e la tradizione scientifica del Museo e della città.

I.SULLE TRACCE DELLA VITA ovvero la Paleontologia. Il percorso si svolge con la guida dei fossili, che costituiscono le tracce per comprendere la formazione e la storia della vita sulla terra, dalla comparsa dei primi organismi viventi visibili a occhio nudo (700 milioni di anni fa) a quella dell’uomo (Homo sapiens), 40 mila anni fa e si sviluppa in quattro sale e tre sottosezioni. 1. Alla ricerca dei dinosauri La prima sala, di grande effetto scenico, è quella dedicata alla Spedizione Ligabue che nel 1973 portò alla luce vari reperti di oltre 100 milioni d’anni fa tra cui lo scheletro quasi intero di un dinosauro di oltre 7 metri, Ouranosaurus nigeriensis, e il cranio del gigantesco coccodrillo Sarchosuchus imperator. Già allestita come unità espositiva a sé stante, diventa ora il portale d’accesso a questo settore e introduce il visitatore al tema dei fossili, trattato nella successiva sottosezione 2. Creature di pietra (i fossili)

Vengono qui affrontati alcuni argomenti tipici della Paleontologia, dalla formazione dei fossili alla loro interpretazione, partendo dall'immaginario collettivo passato e presente, fino ad arrivare alla definizione scientifica attuale, alle possibili eccezioni e curiosità. La complessità dei contenuti è mediata da apparati di comunicazione e dalla possibilità di sperimentazioni pratiche e interattive 3. Il cammino della vita Compreso il concetto e il ruolo dei fossili, è possibile “camminare nel tempo”, seguendo le loro tracce: un percorso cronologico che si snoda attraverso le sale mostrando esempi significativi di fossili, ricostruzioni di organismi e ambienti nei diversi periodi geologici. Gli icnofossili, cioè impronte fossili lasciate da diversi organismi nel corso dell’evoluzione, di cui il Museo possiede una ricca e originale collezione, accompagnano il visitatore lungo questo particolare viaggio, che inizia dalla comparsa della vita sulla Terra e arriva all’evoluzione dell’uomo. Una fascia attrezzata segue tutto il percorso scandendo il passare del tempo geologico, con una successione di testi e immagini che descrivono le variazioni della posizione geografica di oceani e continenti nel corso delle Ere geologiche (Paleogeografia).

II. RACCOGLIERE PER STUPIRE, RACCOGLIERE PER STUDIARE ovvero l’evoluzione del collezionismo naturalistico Particolarmente interessante dal punto di vista museologico, questa sezione offre un singolare percorso che illustra l’evoluzione del collezionismo naturalistico, da raccolte costituite con finalità prevalentemente estetiche (raccogliere per stupire) alla raccolta e classificazione scientifica (raccogliere per studiare). E’ dedicata agli esploratori di ieri e di oggi, alle collezioni e ai Musei di Storia Naturale e si articola in sei sale e due sottosezioni 1.Esploratori veneziani. Ricche e suggestive, tre sale presentano le straordinarie collezioni di Giovanni Miani e Giuseppe De Reali, singolari figure di esploratori veneziani vissuti tra Ottocento e inizio Novecento, in un contesto culturale e storico particolare, tra positivismo e nascente colonialismo italiano. La prima è dedicata a Giovanni Miani, esploratore dell’alto Nilo e poliedrico studioso, che donò alla città nel 1862 i materiali raccolti nella spedizione conclusa solo due anni prima. Essi ne costituiscono ancor oggi una delle collezioni più importanti, universalmente nota sia per lo studio dell’etnologia africana di metà Ottocento sia per il valore storico. L’allestimento ricostruisce l’originaria disposizione della sala, ricalcando sostanzialmente quella proposta dallo stesso Miani in un disegno autografo del 1865. Le due sale successive sono dedicate alla collezione africana di Giuseppe De Reali, raccolta in 12 viaggi compiuti tra l’Africa settentrionale e sahariana ed equatoriale tra il 1898 e il 1929. Donata dagli eredi nel 1937, subito dopo la sua morte, la collezione venne riordinata in queste stesse sale secondo il modello espositivo voluto da De Reali per la sua villa di Dosson, la cui suggestione viene riproposta anche nel nuovo allestimento. Segue una sala dedicata a Giancarlo Ligabue, grande esploratore e collezionista di oggi, profondamente legato al Museo. Vi sono esposti reperti archeologici appartenenti al Centro Studi e Ricerche Ligabue (CSRL) e relativi a diverse campagne di scavo. Uno spazio è inoltre riservato a una particolarissima, piccola collezione di 'trofei', costituiti da crani umani, variamente incisi o decorati, provenienti dalla Nuova Guinea. 2. Museo e scienza Collegata allo sviluppo delle esplorazioni geografiche è la nascita dei musei naturalistici per la necessità di raccogliere, ordinare e studiare la straordinaria varietà di organismi e prodotti naturali già noti o che per la prima volta si presentavano agli occhi dell’uomo moderno. La sottosezione, dopo aver illustrato questo collegamento, affronta appunto il tema dell’evoluzione della museologia naturalistica, articolandosi in due sale. Nella prima, ricavata nella torresella ovest, è suggestivamente ricostruita una Wunderkammer, ovvero la cinquecentesca Camera delle Meraviglie in cui si affollavano oggetti preziosi, rari, bizzarri, grotteschi o mostruosi, con lo scopo di stupire il visitatore, classificati in “Mirabilia”,“Artificialia” ,“Naturalia” Dall’esposizione di un campionario di meraviglie o stranezze della natura, si passa poi, con l’avvento del metodo scientifico, alla raccolta di reperti finalizzata alla classificazione, allo studio e all’interpretazione di fenomeni naturali. Fin dalla sua ottocentesca fondazione, il museo di Storia Naturale di Venezia ha costituito un esempio di questo genere di approccio, cui è dedicata tutta la grande sala sul Canal Grande. Le principali collezioni storiche del Museo (uccelli, pesci, minerali, preparati anatomici, reperti conservati in liquido, ecc.) sono qui esposte rievocando stili e canoni espositivi d’epoca, seguendo un criterio sistematico, in un unico lunghissimo e alto armadio-espositore in legno, suddiviso in vetrine a più piani, insieme alla strumentazione scientifica e alle pubblicazioni dei numerosi naturalisti che con il loro lavoro e le loro collezioni ne hanno arricchito il patrimonio

III. LE STRATEGIE DELLA VITA ovvero forma e funzione negli esseri viventi La sezione offre una nuova chiave di lettura della complessità della natura e delle forme viventi, analizzata attraverso le strategie di sopravvivenza elaborate dalle diverse specie. La particolarità dei temi scelti, ma ancor più la modalità della loro trattazione richiede al visitatore un ruolo attivo, anche attraverso l’interazione con l’apparato allestitivo. L’obiettivo fondamentale è quello di rendere il visitatore partecipe di un processo deduttivo che gli consentirà di acquisire, direttamente dall’esperienza della visita, la capacità di porsi domande e fornirsi risposte credibili, guidato in un percorso inusuale ed accattivante, pur su tematiche apparentemente complesse. La prima sottosezione, dedicata a “Forme e Funzioni” evoca, con un efficace apparato multimediale, la ricchezza della biodiversità e l’enorme complessità delle strategie della vita sulla terra, con effetti in qualche misura simili a quelli della wunderkammer, ma con intenti e linguaggi radicalmente diversi. All’interno di tale complessità vengono individuati, tra i molti possibili, due argomenti fondamentali, il movimento e la nutrizione, che saranno oggetto in seguito di ulteriori articolazioni in sottosezioni.

Al terzo piano hanno sede la Direzione, gli Uffici, il Servizio monitoraggio ambientale, e altri depositi di conservazione delle collezioni

IL PALAZZO

Il Fondaco dei Turchi, che si affaccia con un’imponente fronte sul Canal Grande, è uno dei più noti edifici civili di Venezia. Risale, nelle strutture essenziali, al XII-XIII secolo: il doppio loggiato in stile cosiddetto veneto-bizantino sottolinea la funzione di luogo di raccolta e vendita delle merci - simbolo della vocazione mercantile della città - mentre le torri angolari ancora richiamano tipologie difensive di ascendenza alto-medievale. Il palazzo - già appartenuto alla famiglia Pesaro e agli Estensi, in cui, secondo la tradizione, soggiornarono personaggi come Lucrezia Borgia o Torquato Tasso - divenne nel 1621 emporio e centro commerciale dei mercanti Turchi a Venezia, e tale rimase fino al 1838. L’attuale aspetto è dovuto a un radicale intervento di restauro effettuato nel secondo Ottocento: acquistato dal Comune per farne la sede del Museo Correr, fu allora anche ampiamente rimaneggiato. Quando, nel 1922, le collezioni d’arte e di storia furono trasferite a palazzo Reale in piazza San Marco, nel fontego rimasero quelle naturalistiche ed etnografiche. Qui veniva istituito, nel 1923, il Museo di Storia Naturale, aperto al pubblico nel 1928, in cui confluirono anche altre raccolte, tra cui quelle dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti.

LE COLLEZIONI E LA BIBLIOTECA

Oltre due milioni di pezzi costituiscono oggi il vasto, ricco e delicato patrimonio del Museo, grazie a importanti donazioni, depositi o acquisizioni diverse che, nel tempo, ne hanno a più riprese incrementato il nucleo originario. Molteplici sono le collezioni zoologiche, tra cui quelle di uccelli, di molluschi, di insetti (la raccolta di imenotteri è una delle maggiori al mondo); in ambito botanico, di particolare rilievo sono gli antichi erbari, l’algarium, la raccolta micologica. Notevole anche la collezione di piante e pesci fossili provenienti da Bolca, il giacimento fossilifero italiano più famoso nel mondo, i cui reperti –risalenti a oltre 50 milioni di anni fa- uniscono alla grande rilevanza scientifica una forte suggestione estetica. Tra le raccolte ottocentesche, oltre a quella mineralogica, si segnala quella di preparati anatomici (oltre 2000 esemplari dei più svariati animali, approntati spesso con tecniche inedite e segrete); tra le acquisizioni più recenti, è la celebre e ricca collezione del paleontologo ed etnologo veneziano Giancarlo Ligabue, che comprende l’ Ouranosaurus nigeriensis, dinosauro erbivoro del Cretacico eccezionalmente ben conservato e i resti del gigantesco coccodrillo Sarchosuchus imperator. Ma il vasto insieme del patrimonio del museo abbraccia anche settori che esulano dalla vera e propria storia naturale: preziosa e affascinante è, ad esempio, la raccolta dei modelli di imbarcazioni e strumenti di pesca in uso nella laguna di Venezia, donata nel 1880 dal conte Alessandro Pericle Ninni e realizzata da Angelo Marella ; rari e importanti i reperti etnografici ottocenteschi provenienti dai viaggi di Giovanni Miani alla ricerca delle sorgenti del Nilo; bizzarra e imponente la collezione di trofei di caccia di Giuseppe De Reali, raccolti tra il 1898 ed il 1929 in Africa orientale e Congo. Non mancano, in questo enorme repertorio, curiosità come i due Basilischi (animali fantastici costruiti ad arte con parti di animali diversi, e spacciati per veri), rispettivamente del XVI e XIX secolo o la straordinaria imbarcazione medievale ricavata da un tronco di rovere e rinvenuta a fine Ottocento durante lavori di scavo ai margini della laguna veneziana. Unica nel suo genere a Venezia è,poi, la vasta biblioteca scientifica, ricca di oltre 40 mila titoli e 2500 periodici, impreziosita da numerose edizioni cinquecentesche e seicentesche e dai manoscritti ottocenteschi di Nicolò Contarini e di Giandomenico Nardo, aperta agli studiosi e consultabile anche mediante schedatura informatica.

L’ATTIVITÀ SCIENTIFICA

Il museo di Storia Naturale di Venezia è un’istituzione culturale e scientifica di rilevante interesse e importanza. Coordina e realizza attività di ricerca in laboratorio e sul territorio, nell’ambito di progetti propri o svolti in collaborazione con i principali Enti e Istituzioni del settore. Di particolare rilievo sono il monitoraggio e le ricerche sulla laguna di Venezia e la sua fauna; l’indagine sulla diffusione delle specie alloctone marine e lagunari; i censimenti ornitologici; il supporto tecnico-scientifico nell’attività di repressione del commercio di specie protette e in estinzione. Gli esiti delle attività di ricerca trovano spazio nella pubblicazione annuale del Bollettino e dei Quaderni del Museo di Storia Naturale di Venezia, mentre i dati faunistici desunti da tali attività o dalla schedatura delle collezioni zoologiche o dallo spoglio di una ricchissima bibliografia sono raccolti in database, preziosi strumenti per l’approfondimento e l’indagine in diversi campi: la banca dati delle specie animali della Laguna di Venezia, ad esempio, comprende schede relative a oltre 9 mila specie animali del territorio, offrendo un quadro immediato della fauna presente, attualmente o in passato, nell'area veneziana, con varie indicazioni ecologiche ed una aggiornata bibliografia per ogni specie. Altro settore oggetto di raccolta dati è quello, oggi cruciale, delle specie alloctone, con particolare riferimento alle specie marine del Mediterraneo e agli Insetti Coleotteri in Italia ed Europa.

Data la particolarità del Museo, esso funge inoltre da importante punto di riferimento sul territorio, fornendo sia supporto alle attività delle associazioni naturalistiche, sia consulenze specialistiche sulle materie di pertinenza, tra cui l’identificazione di organismi pericolosi o dannosi, o il corretto intervento nei casi di rinvenimento di animali feriti o spiaggiati (uccelli, delfini, tartarughe marine, ecc.). Da menzionare, infine, il laboratorio di disegno scientifico naturalistico che consente, tra l’altro, di implementare costantemente il Gabinetto Stampe e Disegni annesso alla biblioteca.

LE ATTIVITÀ DIDATTICHE

Da sempre particolarmente curate, le attività didattiche del museo si svolgono con continuità e costituiscono un punto di riferimento fondamentale per le scuole del territorio, con lavoratori e attività rivolte anche alle famiglie. Il Museo organizza inoltre conferenze, proiezioni, corsi e convegni in collaborazione con Istituzioni e Associazioni scientifiche diverse.

LE ASSOCIAZIONI NATURALISTICHE

Il Museo ospita infine la sede di alcune associazioni naturalistiche attive e operanti sul territorio veneziano ( Società Veneziana di Scienze Naturali; Società Veneziana di Micologia; Associazione Faunisti Veneti; Tethys Research Institute, oltre a una sala a disposizione del Centro Studi e Ricerche Ligabue).

Le associazioni possono utilizzare la biblioteca, hanno accesso alle collezioni, collaborano alle attività scientifiche e didattiche del Museo, ne utilizzano gli spazi per aggregazione ed attività sociali.

Fondazione Musei Civici Venezia
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