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L’immagine dell’ebreo

Mercoledì 29 gennaio 2020, alle 17.30, nella Sala delle conferenze dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, sarà presentata la versione italiana del libro del ricercatore e scrittore romeno Andrei Oisteanu, L’immagine dell’ebreo: Stereotipi antisemiti nella cultură romena e dell’Europa centro–orientale (in romeno: Imaginea evreului în cultură română. Studiu de imagologie în context est-central european, Editura Humanitas, București, 2001), tradotto da Francesco Testa e Horia Corneliu Cicortaş, per la Collana di Studi Ebraici delle Edizioni Belforte (Livorno, 2018).

Il libro di Oisteanu è un eccellente studio di imagologia sociale, molto ampio e di notevole spessore scientifico. In Romania e in Israele lo studio ha ricevuto per adesso cinque importanti riconoscimenti, tra i quali il Premio dell’ Associazione degli Scrittori Professionisti di Romania.

Alla presentazione del libro e al dibattito intorno alle problematiche studiate dall’autore porteranno il loro contributo personalità istituzionali e studiosi: Cosmin Lotreanu, Console Generale di Romania a Trieste; Marcella Ansaldi, direttrice del Museo Ebraico di Venezia; Guido Guastalla, ex presidente della Comunità Ebraica di Livorno e vice-sindaco della stessa città; Alberto Castaldini, docente di storia delle religioni all’Università „Babeș-Bolyai” di Cluj-Napoca; Riccardo Calimani, scrittore ben conosciuto in Italia e in Europa, autore di riferimento del Gruppo Mondadori, uno dei più noti studiosi specializzati nella storia dell’ebraismo: il suo libro L’ebreo errante viene considerato a tutt’oggi dalla critica internazionale come un’opera di „bruciante attualità”. Il dibattito sarà moderato da Grigore Arbore Popescu. L’evento organizzato dall’IRCRU riporta in primo piano il tema dell’„altro” e si propone di aprire una discussione utile alla comprensione contestuale delle somiglianze e delle differenze tra l’immagine, spesso fantasiosa e deformata dei pregiudizi sull’ebreo in vari paesi dell’Europa.

In Venezia, più che in altri centri urbani italiani, la memoria della segregazione razziale è ancora viva, anche a causa delle vicende storiche connesse all’esistenza del Ghetto, la prima struttura chiusa in Europa, riservata per motivi etno-religiosi alle persone di religione e origine ebraica, creata dalla Serenissima nel 1516. La segregazione nel ghetto veneziano, nel cui spazio si sono concentrate le sinagoghe e gli altri edifici religiosi, ebbe inizio, paradossalmente, sotto il segno della protezione e dell’ospitalità concessa dalla Serenissima a un nucleo religioso cosmopolita. L’alterazione del concetto di segregazione, che inizialmente aveva una connotazione protettiva, è iniziata probabilmente con l’istituzione, nel 1555, per volere di Papa Paolo IV, del Ghetto di Roma, sul luogo dove esisteva già dal I secolo d. C. una concentrazione di abitazioni degli ebrei. „L’apertura delle porte” del Ghetto di Venezia coincide con la caduta della Serenissima (1797) e con la sua entrata nell’orbita dell’Impero degli Asburgo in cui, per volere di Giuseppe II, erano già state abolite a Praga, nel 1781, le misure discriminatorie contro gli ebrei.

L’evento organizzato presso l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia potrebbe contribuire a valorizzare una ricerca estremamente documentata relativa al modo in cui si sono formati e poi radicati gli stereotipi, mutati gradualmente col tempo in senso negativo, sulle persone di religione e sulle comunità ebraiche della diaspora europea. Su queste deformazioni sono state fatte in Romania anche altre ricerche interessanti che hanno messo in evidenza le radici socio-culturali all’origine dei pregiudizi anti-ebraici in un paese in cui - prima e dopo la realizzazione dell’Unità Nazionale - lo spirito della tolleranza nei riguardi delle persone di origine etno-culturale e di religione diversa è stato indubbiamente molto più solido che in altri stati europei. Il Principato della Transilvania è stato, per esempio, quasi sempre considerato, negli scritti umanistici dei secoli XVI-XVII, il più tollerante territorio dellEuropa. Una fama simile ha avuto anche la Bucovina del Nord al tempo della sua annessione all’Impero degli Asburgo (1774-1918).

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Palazzo Correr, Cannaregio 2214 - 30121 Venezia
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