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EXODUS

Opere inedite, dedicate al tema attuale e bruciante della migrazione, del pittore bosniaco Safet Zec considerato dalla critica internazionale artista di straordinarie qualità per la forza e l’intensità espressiva dei suoi lavori unita alla maestria della tecnica incisoria, che lo colloca tra i grandi maestri della calcografia.

La mostra intitolata EXODUS rappresenta un evento espositivo unico poiché per la prima volta nella sua storia secolare la Chiesa della Pietà accoglie arte contemporanea nei suoi spazi con opere di un artista che mettono in luce una straordinaria e dirompente forza espressiva ed emotiva.

A cura di Giandomenico Romanelli, l’esposizione, presenta un ciclo di tele di grandi dimensioni, realizzate espressamente da Safet Zec per l’occasione, che illustrano la incontenibile potenza del linguaggio dell’artista bosniaco, in un percorso artistico e umano di straordinaria intensità e drammaticità. Nei suoi grandi pannelli dipinti con tecnica mista (dall'olio alla tempera, dal collage al disegno) che saranno allestiti nello spazio sacro della Chiesa della Pietà, in dialogo con i capolavori di Tiepolo, Zec ritrova le linee portanti della sua ricerca trentennale: l’impegno contro ogni guerra e la feroce inutilità della violenza. Le opere in questione rappresentano l’urlo di denuncia contro ogni guerra e contro la tragedia della migrazione, della condizione alienante del rifugiato, con la testimonianza anche personale, intensa e terribile, di un artista che ha vissuto il dramma dello sradicamento, della fuga, dell’esilio.

Un grido artistico e umano per la cessazione di tutte le guerre, che in ogni tempo portano orrore, dolore, morte e distruzione nei paesi in conflitto, lanciato da Safet Zec già 25 anni fa, quando con la sua famiglia fu costretto a fuggire dalla Bosnia e dalla sua città, Sarajevo, dilaniata dalla guerra. Portatore di un dolore profondo e radicato, che prende forma nelle sue opere, di grandissima forza espressiva ed emotiva, Zec è nuovamente a scuoterci, a condurci a riflettere sull’assurdità delle sofferenze, dei traumi fisici e psicologici, ma anche sociali, che intere popolazioni sono costrette a subire a causa dei conflitti che si scatenano nei loro territori, massacrati, violentati, nelle loro città distrutte, ridotte a cumuli di terra e macerie, spazzate via, insieme alla loro vita quotidiana, alla loro identità, alla loro esistenza. Ed è attraverso l’arte che Zec rinnova ed esprime il suo grido di dolore e denuncia, con intensa e profonda umanità, lasciando parlare i volti, le mani, gli abbracci, le lacrime che animano le sue opere. Un grido che si traduce in una sequenza di figure strazianti dove la presenza di bambini cui tutto viene sottratto, anche il futuro, salva - forse - la speranza di trovare accoglienza in una altra terra, in un altro mondo, risulta essere la denuncia più cruda e violenta contro la violenza ottusa e feroce della distruzione pensata, voluta e organizzata da uomini contro altri uomini.

L’ARTISTA Pittore e incisore, SafetZec nasce nel 1943 a Rogatica, in Bosnia-Erzegovina. Dopo gli studi compiuti alla Scuola di Arti Applicate di Sarajevo e all’Accademia di Belle Arti di Belgrado, Zec diventa la figura centrale del movimento artistico chiamato “Realismo poetico”. Vive e lavora a Belgrado fino al 1989. Nei primi anni Novanta è uno degli artisti più importanti del suo paese e lo rappresenta alle maggiori e più importanti esposizioni internazionali. Negli anni che seguono è di nuovo a Sarajevo, fino al 1992 quando, a causa dalla guerra che colpisce la ex Jugoslavia, è costretto a lasciare il proprio paese e arriva in Italia, prima a Udine e poi a Venezia, che diventa per lui una seconda patria.

In Italia Zec deve ricostruire la sua esistenza e la sua attività (tutte le sue opere sono rimaste nello studio a Sarajevo). Senza fermarsi, lavora alacremente a nuove tele, disegni e incisioni. Già nel 1994 è pronto per la prima mostra in Italia, con questi nuovi lavori. Soltanto una decina di tele, arrivate da una galleria tedesca, sono testimonianza dell'opera precedente di Zec.

Espone in Italia, in Europa e negli Stati Uniti, con oltre 100 mostre all’attivo. Dalla fine del conflitto nei paesi della ex Jugoslavia, Zec ha ripreso un’assidua frequentazione con la sua terra. Lo Studio-Collezione Zec, nel cuore di Sarajevo, è stato riaperto ed è divenuto un centro di iniziative culturali, oltre che sede espositiva delle sue opere. Nel 2004, in occasione dell’inaugurazione del nuovo ponte di Mostar, è stato presentato il volume “I PONTI” curato dall’Istituto Statale di Urbino-Scuola del Libro, con incisioni di SafetZec, accompagnate da racconti di Ivo Andric (Premio Nobel per la letteratura nel 1961). Tra le innumerevoli esposizioni personali, si ricordano le più recenti in Italia: “Il Pane della Misericordia” - Santuario di Loreto - Cantine del Bramante (2016); “La pittura come miniera”- Fondazione Benetton Studi Ricerche - Treviso (2015);“Deposizione”- Cappella della Passione, Chiesa del Gesù-Roma (2015 ); “L’opera incisa” retrospettiva di disegni e incisioni alla Villa Manin di Passariano (2013); “Capolavori senza tempo” importante personale alla Rotonda della Besana a Milano (2012); “Il potere della pittura” personale antologica al Museo Correr di Venezia (2010). Oggi Safet Zec vive ed opera tra Sarajevo, Pocitelj, Venezia e Parigi. Il corpus calcografico ammonta ad oltre 250 lastre.

information
Ticket: entrata libera-free entry
when
from May 13, 17 to Nov 30, 17
SuMoTuWeThFrSa
Time: (pick a date)
where
Chiesa della Pietà
Castello 3701 - 30122 Venezia
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