Un divertente exursus su autori “particolari” noti e meno noti che hanno giocato con le parole, dai primi del novecento a oggi. Si parte con Ernesto Ragazzoni che “masticava rime come cicche”, si attraversa il futurismo con i giochi sonori di Aldo Palazzeschi, ci si stordisce con un’inedito Bruno Munari che si diverte a stravolgere alcuni modi di dire, si sogna con la magìa dei “giochi” del poeta serbo Vasko Popa, si ride con le acrobazie vocali del “poeta dell’impegno civile” Gianni Micheloni, ci si stupisce con le “Gnòsi delle Fànfole” di Fosco Maraini , ci si lascia andare alla tenera ironia di Tito Scialoia, agli animali probabili di Tiziano Scarpa, si viene a conoscenza del linguaggio delle formiche sapientemente intercettato dal poeta Stefano Strazzabosco, ci si concede un po’ di demenziale con Freak Antoni , o la “raccolta differenziata” di Paola Sansone, un po di corrosiva ironia di Stefano Benni e il gioco è fatto. Ah no , mancano le poesie di Vasco Mirandola, l’unico poeta con la licenza estendibile alla pesca con il suo imperdibile “Carpe Diem Trote Gnam”.
Spettacolo teatrale di e con Vasco Mirandola