Orchestra del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia
Il ‘Wiener Diarium’ riportava in edizione speciale un resoconto di venti pagine sui festeggiamenti imperiali allo Schlosshof, nei pressi di Vienna, nel quadro dei quali Gluck presentò l’opera. Secondo l’autorevole cronista Carl Ditters von Dittersdorf, l’impressione prodotta dalla musica fu di «pura magia»: plausibile, vista la ricompensa ottenuta dal compositore (una tabacchiera d’oro e cento ducati, come a dire più del salario di sei mesi) e la sua successiva assunzione come compositore per i balli e leopéras-comiques, e come direttore dei concerti di corte. L’anno successivo la serenata, interpretata alla prima rappresentazione da una vecchia gloria delle scene europee, Vittoria Tesi (Lisinga), approdava al Burgtheater di Vienna con Caterina Gabrielli nella parte di Sivene.
La trama in breve
Tre ragazze cinesi stentano a trovare un passatempo interessante nel loro piccolo gineceo, quando l’irruzione di un uomo, il giovane Silango, porta lo scompiglio. Dopo un iniziale battibecco, questi viene accettato nella compagnia e si decide di recitare a turno una «picciol scena». Inizia Lisinga interpretando la parte di Andromaca; quindi Sivene recita quella di una ninfa, provocando l’accorata risposta di Silango, che in veste di pastorello le dichiara il proprio amore. Terminato il duetto, Tangia, invidiosa, rappresenta una parodia dei costumi occidentali, ferendo l’orgoglio del cosmopolita Silango. Vista l’atmosfera un po’ tesa, per concludere la riunione in buona concordia si decide di inscenare un inoffensivo balletto.