exhibitions
Mario Merz. Città irreale

Mario Merz. Città irreale rende omaggio a una delle personalità più rilevanti della scena artistica internazionale del secondo Novecento. La mostra, in concomitanza con la 56. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia e con Expo 2015 Milano, è anche la prima realizzata in una istituzione pubblica italiana dalla scomparsa dell’artista (1925-2003), intende esplorare il tema dello spazio in relazione alla sua ricerca artistica. Sotto l’egida del Segretariato Regionale per il Veneto, è curata da Bartolomeo Pietromarchi in collaborazione con la Fondazione Merz e organizzata da MondoMostre.

Con l'omaggio al maestro dell'Arte Povera si inaugurano i nuovi spazi destinati ad accogliere le mostre temporanee delle Gallerie dell'Accademia.

La mostra intende esplorare in particolare il tema dello spazio in relazione alla sua ricerca artistica, così come di volta in volta è stato declinato: dal singolo oggetto quotidiano alla dimensione abitativa e all’idea di habitat, dallo spazio collettivo e urbano fino a quello cosmico e cosmologico. La prospettiva individuale si allarga così nella sua pratica a quella collettiva, quella naturale e a quella artificiale, mentre le opere si fanno simbolo della negoziazione tra il vivere dell’uomo e il suo contesto naturale e architettonico. I lavori in mostra evidenziano una tensione etica e poetica che suggerisce un’idea di società condivisa e partecipata, nella quale l’equilibrio tra natura e cultura, tradizione e innovazione, trova una sintesi nell’energia e nel confronto costante tra gli elementi.

Nelle installazioni di Mario Merz — capaci di scavalcare le categorie tradizionali per occupare l’ambiente e avvalersi degli oggetti che provengono dalla realtà quotidiana — materiali naturali ed effimeri si combinano con elementi urbani e industriali, integrando riferimenti del contesto contemporaneo e accogliendo i richiami del paesaggio naturale e delle dinamiche di crescita organica. Forti sono le affinità tra i temi indagati dall’artista e quelli proposti nell’edizione EXPO Milano 2015, “Nutrire il pianeta – Energia per la Vita”, che diventa cornice ideale per rilanciare la straordinaria attualità del messaggio poetico di Merz.

Il neon — che l’artista inizia a impiegare dalla metà degli anni Sessanta — è al centro di alcune delle sue opere più iconiche, commissionate spesso come interventi urbani nel tessuto di molte città europee: dalle installazioni permanenti, con la serie di Fibonacci, sulla cupola della Mole Antonelliana e l’Igloo Fontana di Torino, alla grande spirale nella metropolitana di Napoli, alle installazioni luminose della stazione centrale di Zurigo e dell’aeroporto Schiphol di Amsterdam.

“Solitario, nomade e visionario”, come lo ha definito il critico Harald Szeemann, Mario Merz nasce a Milano nel 1925 e si trasferisce in giovane età a Torino. Durante la seconda guerra mondiale lascia la facoltà di Medicina e si unisce al movimento antifascista “Giustizia e Libertà”. Nel 1945, imprigionato per un anno alle Carceri Nuove di Torino, esegue disegni che sperimentano un tratto grafico continuo, senza mai staccare la punta della matita dalla carta. Uscito dalla prigione “il giorno dopo ho preso un pezzetto di carta e una matita e sono andato nel prato, lontano da casa, lontano da tutti, a fare, a disegnare, perché mi dicevo: l’arte deve diventare un messaggio nuovo”. Autodidatta, la prima personale di Merz si tiene nel 1954 presso la galleria La Bussola di Torino, dove presenta opere pittoriche i cui soggetti rimandano all’universo organico e dai quali emerge la conoscenza dell’Informale e dell’Espressionismo Astratto americano. A Torino, dalla metà degli anni Sessanta, frequenta gli artisti che il critico Germano Celant riunirà poi sotto la denominazione di “Arte Povera”, movimento che porterà l’arte italiana a imporsi all’attenzione della scena internazionale. In concomitanza con la diffusione della Pop Art anglo‐americana, questo gruppo condivide la predilezione per l’impiego di materiali umili e quotidiani, al fine di mettere in discussione i capisaldi ideologici della cultura dominante. Le opere si articolano liberamente nello spazio, tramite un processo creativo che non intende “rappresentare”, bensì “essere” nella realtà. In un contesto storico dominato dalla produzione di massa e dal moltiplicarsi delle invenzioni tecnologiche, Mario Merz, come gli altri, esercita una pratica incentrata invece sul “libero progettarsi dell’uomo”.

Il percorso espositivo si articola in senso cronologico per accompagnare il visitatore attraverso gli sviluppi della poetica dell’artista, partendo dalle prime sperimentazioni tra oggetto e architettura per arrivare alle grandi installazioni ambientali, passando per gli approfondimenti della sua attività grafica.

information
Ticket: intero € 15,00 ridotto € 12,00
when
from May 8, 15 to Sep 20, 15
SuMoTuWeThFrSa
Time: (pick a date)
where
Gallerie dell'Accademia
Dorsoduro 1050 - 30123 Venezia
Centro Storico
events
 
DATES
EVENTS
PLACES
TEXT
From
To
Exhibitions
Music
Theatre
Ballet
Film seasons
Venetian traditions
Sports and games
Meetings and conferences
Fairs and markets
Centro Storico
Terraferma
Lido
Isole della Laguna
Area Centrale Veneta
Cavallino - Jesolo
Chioggia
Riviera del Brenta
Veneto Orientale
  X
  X