Nella Casa Museo della Querini Stampalia, testimone dello svolgersi della vita familiare nel corso del XVIII secolo, non poteva mancare una piccola ma preziosa raccolta di orologi da arredo, soprattutto di manifattura francese, risalenti al Sette-Ottocento.
Un campionario di quel “tempo chiuso in una scatola”, con cui i Querini abbellivano gli spazi domestici e in cui ogni singolo pezzo acquista significato, per il rapporto affettivo che vi si instaura, ma anche come documento di storia familiare.
Il progetto 5 orologi, 5 brani, 1 museo di Mauro Sambo, a cura di Chiara Bertola, vede l'artista veneziano confrontarsi ed entrare in relazione con gli spazi storici e gli antichi segnatempo della collezione Querini Stampalia in, come lui stesso dichiara: “un nuovo lavoro che ha a che fare in qualche modo con il racconto, con il tempo, con la memoria. Questi orologi, strumenti delicatissimi di misurazione del tempo, passati quasi indenni nel tempo e sopravvissuti a guerre e catastrofi, hanno segnato con il loro ticchettio proprio quelle guerre e quelle catastrofi. Se in qualche modo potessi registrare il rintocco di quelle ore drammatiche, chissà se il loro suono sarebbe leggermente diverso da quello attuale; forse quello che hanno sentito avrebbe lasciato traccia imprimendo nel suono una diversa identità emotiva... In effetti, quello che ho fatto con il suono degli orologi della Querini è un approccio molto vicino alla struttura del cinema e della letteratura.