da William Shakespeare
drammaturgia: Maddalena Mazzocut-Mis
regia: Paolo Bignamini
con Luca Cairati, Federica D’Angelo, Ksenija Martinovic
scene e aiuto regia: Francesca Barattini
assistente: Shantala Faccinetto
foto: Stefania Ciocca
grafica: Daniela Ferrario
organizzazione: Carlo Grassi
In scena tre attori al servizio di una riscrittura del testo shakespeariano che tenterà d’indagare la metateatralità estrema della drammaturgia insieme al risvolto più disilluso e amaro delle relazioni amorose. Cosa resta del sogno al netto dell’inganno dei sensi? Una goffa rappresentazione tragica, che ci fa ridere di un riso amaro e definitivo.
Agli ordini di un Puck rivisitato in chiave romagnola, un Mazapegul che dirige un set di quart’ordine, due improbabili attori di b-movie interpretano tutti i ruoli del Sogno. Dal “camerino metafisico” dove prendono forma e vita i personaggi, si monta e si smonta un intricato intreccio imperniato sulla dolorosa storia d’amore di Ermia e Lisandro, sulla loro coazione a ripetere il crudele rapporto di vittima e carnefice che li avvince e li separa.
Così, con Elena e Demetrio, con una fata e un muro antropomorfi, con oggetti eterei che ci portano in un’atmosfera sospesa e ingannatrice, il dispettoso Mazapegul tesse la quotidiana trama di uno spettacolo dell’uomo e dei sentimenti che rimanda a oltranza il suo compimento e lascia in bocca l’amaro sapore dell’insoddisfazione.
[Scenaperta]