Immaginatevi un artista di strada, o se preferite un burattinaio, un ventriloquo, insomma un artista capace di fare ridere, a volte sorridere. E ora pensate ad un manager, a un dirigente d'azienda, comunque a qualcuno destinato a passare le giornate tra riunioni e pranzi di lavoro, i conti che non tornano e contratti urgenti da chiudere. Detto questo, guardate bene negli occhi Dante Cigarini. Ascoltatelo parlare. Osservate come si muove. Seguitelo al bar mentre ordina un caffé. Impossibile indovinare a quale ´categoria' appartenga. Ma poi lo guardi dentro gli occhi, e se non ti accontenti di sfiorare il suo sguardo, la risposta non può essere che quella: categoria artista. Occhi che sanno essere tristi e insieme ironici, bui e al tempo radiosi. Tutto dipende da un'unica variabile: il palcoscenico. Perché é quell'asse di legno che annulla in un soffio la timidezza più ostinata e fa scattare la magìa. Ogni volta lo stesso miracolo. E una favola diversa da inventare.