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Otello

Penultima opera di Giuseppe Verdi. Il libretto di Arrigo Boito fu tratto dalla tragedia omonima di Shakespeare. La prima ebbe luogo il 5 febbraio 1887 al Teatro alla Scala di Milano. Boito e Verdi eliminarono il primo atto della tragedia shakespeariana, che costituiva un antefatto ambientato a Venezia, allo scopo di rendere la drammaturgia più serrata possibile. Composta dopo un lunghissimo silenzio (l'opera precedente, Aida, era andata in scena nel 1871), Otello contiene numerosi elementi di novità rispetto alle opere precedenti di Verdi. Le forme chiuse sono sempre meno riconoscibili, ormai per gran parte sostituite da un flusso musicale continuo, che molti all'epoca considerarono di ispirazione wagneriana. In realtà questa soluzione non sorprende, alla luce dei precedenti lavori di Ponchielli e degli altri operisti italiani attivi in quel decennio. E i pezzi chiusi o i rimandi alla tradizione non mancano, benché la loro condotta non sia mai prevedibile. Si pensi al colloquio tra Jago e Roderigo nella vecchia forma di recitativo, al coro Fuoco di gioia, al brindisi di Jago, al quartetto del secondo atto, alla cabaletta Sì pel ciel marmoreo giuro che chiude il secondo atto, al grande concertato del finale del terzo atto o all'Ave Maria. La novità - almeno rispetto agli antecedenti verdiani - sta però nel fatto che i collegamenti tra i singoli episodi non avvengono più per cesure nette, ma il tessuto musicale appare in continua evoluzione, anche grazie al sapiente uso dell'orchestra, che viene a costituire una sorta di substrato unificante. Nei passaggi tra le singole scene, Verdi elabora i materiali tematici appena ascoltati in modo da creare transizioni impeccabili, come quella che collega la scena del duello tra Cassio e Montano al duetto d'amore chiude il primo atto. Allo stesso modo, alcuni brani a struttura apparentemente chiusa evolvono inaspettatamente in passaggi dialogici, come nel caso del celebre Credo di Jago o del monologo di Otello Dio, mi potevi scagliar. L'abilità verdiana a giocare con le convenzioni, evocandole per stravolgerle, è testimoniata anche dal brano con cui Otello si presenta in scena, poco dopo l'inizio dell'opera: il famoso Esultate!, che costituisce una sorta di minuscola cavatina, racchiusa in 12 battute.

Maestro concertatore e direttore Myung-Whun Chung. Orchestra e Coro del Teatro La Fenice Piccoli Cantori Veneziani.

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Ticket: consulta il sito del Teatro La Fenice
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from Nov 16, 12 to Nov 30, 12
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Teatro La Fenice
San Marco, Campo S. Fantin, 1965 - Venezia
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