Gli allievi dell'Accademia Teatrale Veneta, guidati da Alessio Nardin, presentano uno studio intorno ai sette peccati capitali basato sui testi di diversi autori (Botho Strauss, Achille Campanile, Albert Camus, Agota Kristof, A. Puskin, Etty Hillesum).
L'idea di dedicarsi al tema dei peccati capitali e di utilizzare diversi autori è venuta osservando la tavola di Bosch sull'argomento. Un'opera morale che vuole dare un messaggio. Lo spettacolo condivide con questa interrogativi riguardanti la libertà, il castigo, la competitività, il qualunquismo, la modernità tentando di rovesciare i clichet e la metafora esistente intorno ai vizi capitali.
La condivisione con gli ospiti-pubblico avviene come atto conclusivo di un percorso nel quale gli allievi-attori hanno esperito (in varie forme) strumenti attoriali che permettessero loro di cercare l'essenza dell'azione da condividere totalmente e liberamente con il pubblico.'