Pasolini ex machina incombe e s’invola sopra un tappeto di carte ritrovate sul palco di questo Appunto,
di e con Luca Altavilla.
Il titolo, Appunto 21, si riferisce alla cartella dattiloscritta, svanita dai materiali che costituiscono quel “Satyricon moderno” che è Petrolio di Pier Paolo Pasolini, di recente al centro di improbabili cronache giornalistiche. Il pezzo teatrale non è uno spettacolo ma il suo diario. L’appunto 21 è il motore dell’azione:
«È uno scritto inquietante. L’ho letto ma non posso ancora dire nulla. Un privato, del quale non posso rivelare l’identità, ha messo a disposizione il capitolo inedito. La scoperta mi è stata annunciata da una persona che è sulle tracce del testo. Spero si faccia in tempo per lo Spettacolo. Se il testo non dovesse materializzarsi, l’attendibilità verrebbe meno. Non ho ancora letto le carte, aspetto di vedere il dattiloscritto che mi è stato annunciato. A questo punto credo che non faremo in tempo. Si tratta di sottili veline dattiloscritte, le ho avute in mano per alcuni minuti, ma ora non le abbiamo più in mano. Ma il manoscritto esiste, l’ho visto e toccato anche se non l’ho sfogliato, pertanto non ne conosco il contenuto».
Che razza di occasione: da far vibrare l’immaginazione dell’attore che si prefigura già la “svolta” della sua carriera.
Lo spettacolo inizia, ma il documento non è ancora nelle sue mani. Il giallo del capitolo scomparso che dovrebbe essere recapitato, s’intreccia con l’urgenza dello spettacolo e fornisce il pretesto per raccontare il percorso pedestre di un artigiano del teatro, le aspirazioni, le frustrazioni, le letture e le scritture di un’arte che lotta ancora contro le facili opportunità della catodizzazione.
Tutto inventato ma radicato nella sfera autobiografica, con l’aggiunta di qualche “nobile” citazione. Sulla scena incombe Pasolini. Una sorta di macchina teatrale ipostatizza colui che oggi ci appare nella sua immagine mitica e che rivela improvvisamente i segni del suo passaggio: quei fatati ritrovamenti...