intervengono: Massimo Cacciari, Sindaco di Venezia
Vittorio Levis, Presidente della Comunità Ebraica di Venezia
Esiste un contagio del male: chi è non-uomo disumanizza gli altri, ogni delitto si irradia, si trapianta intorno a sé, corrompe le coscienze e si circonda di complici sottratti con la paura o la seduzione al campo avverso.
(Primo Levi, dalla prefazione a J. Presser, La notte dei girondini).
Se continuare a “ricordare” attraverso la ricorrenza del Giorno della Memoria non può sicuramente rappresentare un vaccino sufficiente al contagio del male, come lucidamente definito da Primo Levi in queste righe, e non è certo attraverso il disbrigo di una formalità commemorativa che immunizza il terreno sociale dai semi dell’odio, ciò nonostante la Città di Venezia si impegna anche quest’anno a dare il suo contributo perché la “verità” sia raccontata ancora una volta, e non cali il sipario dell’oblio sul punto più basso della storia degli uomini, e soprattutto dei non-uomini.
In questo senso, di stagione in stagione, la ricorrenza del Giorno della Memoria rafforza le proprie ragioni di resistenza ad una formula rituale di evocazione remota, assumendo al contrario i caratteri aggiuntivi, tutti contemporanei, di un'intrinseca necessità. Anche quest'anno, gli eventi che da varie parti si preparano a celebrarla sembrano issare sul vessillo esibito della 'memoria' una rinnovata battaglia, nel rifiuto di ogni 'mostro' generato dalle (s)ragioni della diversità e non uguaglianza umana e sociale.
A seguire, spettacolo teatrale: “Salonicco ’43”
regia di Ferdinando Ceriani con Massimo Wertmuller, Evelina Meghnagi, Carla Ferraro
“Salonicco ’43”, piéce teatrale di Ferdinando Ceriani celebrata in Israele e assai apprezzata nel nostro paese e che verrà presentata domenica 31 gennaio al teatro Goldoni, assume il ruolo di evento principale delle celebrazioni promosse quest’anno dalla città di Venezia, e punta i riflettori su un’altra figura di “giusto” dimenticata dalla storia, quella dell’ambasciatore Guelfo Zamboni console a Salonicco, il quale, resistendo alla paura ed alla “seduzione del male”, salvò centinaia di ebrei dalla deportazione nel 1943.