La mostra, articolata in due sezioni, si propone di illustrare la ricezione che la lezione di Frank Lloyd Wright e la concezione organica ebbero all’interno dello Iuav nel secondo dopoguerra.
Alcuni fatti concomitanti contribuirono in maniera decisiva allo sviluppo di una tendenza originale e ricca di sfaccettature: la presenza nella Scuola diretta da Giuseppe Samonà di Bruno Zevi – il grande storico di cui ricorre il centenario della nascita – , la visita a Venezia di Wright e l’incarico attribuitogli di progettare il Masieri Memorial lungo il Canal Grande, il ruolo di “interprete” del pensiero del maestro americano svolto da Carlo Scarpa, un architetto geniale, influente e già affermato.
In tale grande fermento culturale si svilupparono preziosi talenti, come si evince dalla sezione dedicata a molte figure eminenti che costituiscono un panorama tangibile delle capacità progettuali che quella “stagione” espresse.
La sezione fotografica dedicata al viaggio negli Stati Uniti (1949-50) di Bruno Morassutti è l’ulteriore straordinaria (e fino a oggi sconosciuta) prova dell’attrazione che Wright, Soleri e i nuovi paesaggi americani esercitarono in quella precisa fase storica.
La varietà dei materiali esposti, dai disegni alle fotografie, ai filmati, alle pubblicazioni, ai materiali didattici dei corsi tenuti presso lo Iuav, rende l’idea di una produzione complessa, ricca di ispirazione e di modalità interpretative.
Costituisce la testimonianza di quanto si immaginò e realizzò in una Scuola di architettura che dimostrò la capacità di elaborare idee partecipi del dibattito internazionale, sapendole anche iscrivere nei paesaggi del Nord-est italiano con convinzione e con fiducia nello sviluppo di una rinnovata esperienza progettuale e sociale della moderni