teatro
Finale di partita

Finale di partita di Samuel Beckett. Diretto e interpretato da Teatrino Giullare. Scenografie e pedine Cikuska. Maschere Fratelli De Marchi. Produzione Teatrino Giullare. Premio Speciale Ubu - Premio Nazionale della Critica - Premio Speciale della Giuria 47^ Festival internazionale “Mess” di Sarajevo

Uno spettacolo rivelazione, vincitore del Premio Nazionale della Critica e Premio Speciale Ubu, una partita a scacchi tra attori-giocatori che muovono le pedine e pedine-personaggi che muovono una delle storie più significative ed enigmatiche della drammaturgia del Novecento. La rappresentazione è una sinfonia di mosse e contromosse, botte e risposte, pause, riflessioni, sospiri, rinunce. In questo Finale di partita il capolavoro di Beckett è visto attraverso le possibilità di movimento di due pedine da scacchi e la tensione e la partecipazione dei due giocatori. Hamm pedina ferma e cieca, Clov pedina che si affanna per la scacchiera senza potersi mai sedere, anche lui sulla strada della cecità e dell'immobilità e nel tentativo di prendere la strada verso l'uscita. Nagg e Nell pedine fuori gioco, pedine a metà rinchiuse in bidoni. L'affinità tra il contenuto del testo e il gioco degli scacchi è stata manifestata dallo stesso Beckett e il finale di partita è la terza e ultima parte dell'incontro nel gioco degli scacchi. Una fase distinta dal ridotto numero di pezzi superstiti sulla scacchiera e dal fatto che il re non è più soltanto un pezzo da difendere ma diventa anche una figura di attacco.

Note di regia Nel gioco degli scacchi, il finale di partita designa la terza e ultima parte dell'incontro, dopo l'apertura e il mediogioco. Non tutte le partite a scacchi si chiudono con il finale di partita. Se vi è una grande differenza tra la bravura dei due giocatori, spesso il migliore riesce a battere l'avversario già nel mediogioco, quando non addirittura nella fase di apertura. Quando invece i due sfidanti sono entrambi esperti è facile che l'incontro si protragga a lungo e si giunga dunque al finale di partita, una fase caratterizzata dall'esiguo numero di pezzi superstiti sulla scacchiera e dal fatto che il re non è più soltanto un pezzo da difendere ma diventa anche una figura di attacco. Questo preambolo scacchistico è necessario per riflettere sul grande capolavoro del teatro beckettiano: Finale di partita. L'analogia tra il contenuto del testo e il gioco degli scacchi è stata espressa dallo stesso Beckett che durante le prove dello spettacolo allo Schiller Theater di Berlino, spiegò: 'Hamm è il re in questa partita a scacchi persa fin dall'inizio. Nel finale fa delle mosse senza senso che soltanto un cattivo giocatore farebbe. Un bravo giocatore avrebbe già rinunciato da tempo. Sta soltanto cercando di rinviare la fine inevitabile'. L'atto unico vede protagonista Hamm, un vecchio e ricco signore giunto al termine della sua esistenza. È lui il pezzo del re in questo finale di partita, continuamente messo sotto scacco dagli altri personaggi, primo tra tutti Clov, il suo servitore. Il botta e risposta incalzante tra questi due personaggi, che costituisce l'ordito più evidente della trama del testo, sembra veramente un alternarsi di mossa e contromossa.

La Compagnia Teatrino Giullare, fondato e diretto da Giulia Dall’Ongaro ed Enrico Deotti, ha come costante della propria ricerca teatrale la commistione delle arti, l'esplorazione dell’espressività tramite il limite fisico ed una originalità che l’ha portato, dal 1995 ad oggi, a realizzare allestimenti teatrali, mostre e laboratori in tutta Italia e in tournèe internazionali in 33 paesi del mondo. La Compagnia debutta nel 1995 al Corso di Drammaturgia di Giuliano Scabia al Dams, Università di Bologna, con Alcesti di Euripide, cui hanno fatto seguito interpretazioni di altri classici del teatro. Ha pubblicato, presso la casa editrice Titivillus, il volume Giocando Finale di partita, visioni sull'allestimento da scacchiera del dramma di Samuel Beckett, presentazione di Giuliano Scabia (2006). Dal 2005 la compagnia ha prodotto gli allestimenti di Finale di partita di Samuel Beckett; Alla meta di Thomas Bernhard; Lotta di negro e cani di Bernard-Marie Koltès; La stanza di Harold Pinter; I Canti del guardare lontano di Giuliano Scabia; Le amanti da Elfriede Jelinek. L’indirizzo è l’indagine di alcuni testi chiave del Novecento e della contemporaneità tramite una visione inedita che sperimenti l’uso di artifici e filtri per indagare il lavoro dell'attore, ricercare ed esaltare la natura più intima dei testi. Tra i vari riconoscimenti ricevuti il Premio per la migliore attrice al World Art Festival di Praga (2003); il Premio Nazionale della Critica (2006); il Premio Speciale Ubu 2006; il Premio della Giuria ed il Premio Brave New World per la regia al 47^ Festival Internazionale di Teatro MESS di Sarajevo (2007); Il Premio Hystrio Altre Muse 2011.

Qualche giudizio critico sullo spettacolo, di autorevoli voci del nostro teatro. - Una rappresentazione da antologia destinata a rimanere nella memoria. Franco Quadri, La Repubblica - Autentica scoperta […] Originalissima, inquietante messinscena. Renato Palazzi, Il Sole 24 ore - Folgorante e inedito, estremamente rigoroso e coerente. Claudia Cannella, Corriere Della Sera - Creazione di magico incanto. Valeria Ottolenghi, La Gazzetta di Parma

I biglietti si acquistano giovedì 6 aprile 2017 dalle 17 alle 20 presso la biglietteria del Teatro Ca’ Foscari a Santa Marta, Dorsoduro 2137, Venezia. Si consiglia vivamente la prenotazione all’indirizzo biglietteria.teatrocafoscari@unive.it IL LABORATORIO “L’ATTORE E IL SUO DOPPIO” Nei giorni 4 e 5 aprile la compagnia Teatrino Giullare, formata da Giulia Dall’Ongaro e Enrico Deotti, terrà il laboratorio L’attore e il suo doppio. Al bando per la selezione dei candidati hanno risposto in tanti. Teatrino Giullare promuove laboratori sui rapporti teatrali e attoriali tra parola, umano e artificiale, come percorsi all'interno della drammaturgia contemporanea affiancando il lavoro sull'attore alla ricerca di soluzioni sceniche ed espressive originali, sperimentando commistioni di tecniche, barriere comunicative, artifici. Un lavoro tra scrittura teatrale, composizione registica e scoperta delle proprie qualità vocali e corporee, alla ricerca dell'espressività attraverso i materiali e le tecniche utilizzate da Teatrino Giullare per la creazione degli spettacoli e messe a disposizione dei partecipanti.

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Biglietto: consulta il sito del teatro
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Teatro Universitario di Ca' Foscari a S.Marta
Dorsoduro 2137 - 30123 Venezia
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