Associazione Culturale Musica Venezia
presenta
MUSICA SACRA
FESTA DEL REDENTORE 2016
Musica di C. Monteverdi, A. Vivaldi, A. Corelli
ENSEMBLE MUSICA VENEZIA
Anche quest’anno torna in occasione della festa del Redentore il celebre concerto di musica sacra offerto alla città di Venezia dall’Associazione culturale Musica Venezia di Roberta Reeder. Eseguito dall’Ensemble Musica Venezia, si terrà venerdì 15 luglio alle ore 20.30 nella magnifica cornice palladiana della chiesa costruita per ringraziare Cristo Redentore di aver salvato Venezia dalla peste. L’ingresso è libero.
Si tratta di concerto prezioso per i brani che lo compongono, e la loro esecuzione, scelti per la loro attinenza alla festa del Redentore, come “Christe Redemptor Ominium” per organo eseguito da Maria Jovanovic. L’evento presenta inoltre due splendidi duetti: uno di C. Monteverdi, “Venite, venite sitientes ad aquas Domini” (O voi tutti che siete assetati, venite alle acque . . . Inclinate l’orecchi, venite a me”) (Isaia, 55), e “Tantum ergo,” un inno composto da San Tommaso d’Aquino per la celebrazione della solennità del Corpus Domini, musicato da A. Tonelli con musica della sonata no. 7, op. 3 di A. Corelli, entrambi eseguiti da Elena Bertuzzi, soprano, e Giovanna Dissera Bragadin, contralto. Un altro brano di Monteverdi, il bellissimo motet “Venite Videte”, sarà cantato da Elena Bertuzzi, mentre “Beatus Vir” di L. Leo (Salmo 111) (“Beato l’uomo che teme il Signore/e trova grande gioia nei suoi comandamenti”) sarà eseguito da Giovanna Dissera Bragadin; si tratta di un testo musicato da molti importanti compositori, e rientra tra i brani dei “Vespri Del Confessore” di W.A. Mozart.
Quando la peste arrivò a Venezia 1575, i veneziani lo considerarono un segno divino, una punizione per i loro peccati. Le locande chiusero i battenti, i tribunali cessarono di funzionare, nelle prigioni solo in pochi erano rimasti in vita. Più di 50.000 veneziani morirono, tra i quali il grande Tiziano. Per essersi salvati dalla peste, il senato votò a favore della costruzione di una nuova chiesa sull’isola di Giudecca, chiedendo ad Andrea Palladio di progettarne l’opera. Il 20 luglio 1577 la fine della peste venne celebrata con una processione che raggiungeva la chiesa del Redentore attraverso un ponte di barche. Dopo quasi cinque secoli la tradizione mantiene vivo il ricordo di questo evento.