La mostra Helmut Newton. Fotografie. White
Women / Sleepless Nights / Big Nudes presenta, per la prima volta a Venezia,
oltre 200 immagini di Helmut Newton, uno dei fotografi più importanti e celebrati
del Novecento.
L’esposizione, curata da Matthias Harder e Denis Curti, organizzata da Civita Tre
Venezie in collaborazione con la Helmut Newton Foundation, è frutto di un progetto,
nato nel 2011 per volontà di June Newton, vedova del grande fotografo.
La rassegna raccoglie le immagini di White Women, Sleepless Nights e Big Nudes, i
primi tre libri di Newton pubblicati alla fine degli anni ‘70, volumi oggi considerati
leggendari e gli unici curati dallo stesso Newton.
Nel selezionare le fotografie, Newton mette in sequenza, l’uno accanto all’altro, gli
scatti compiuti per committenza con quelli realizzati liberamente per se stesso,
costruendo una narrazione in cui la ricerca dello stile, la scoperta del gesto elegante
sottendono l’esistenza di una realtà ulteriore, di una vicenda che sta allo spettatore
interpretare.
White Women
In White Women, pubblicato nel 1976, Newton sceglie 81 immagini (42 a colori e 39
in bianco e nero), introducendo per la prima volta il nudo e l’erotismo nella
fotografia di moda. In bilico tra arte e moda, gli scatti sono per lo più nudi femminili,
attraverso i quali presentava la moda contemporanea. Queste visioni trovano origine
nella storia dell’arte, in particolare nella Maya desnuda e nella Maya vestida di
Goya, conservati al Prado di Madrid.
La provocazione lanciata da Newton con l’introduzione di una nudità radicale nella
fotografia di moda è stata poi seguita da molti altri fotografi e registi e rimarrà
simbolo della sua personale produzione artistica.
Sleepless Nights
Sono ancora le donne, i loro corpi e gli abiti, i protagonisti di Sleepless Nights,
pubblicato nel 1978. In questo caso, però, Newton si avvia a una visione che
trasforma le immagini da foto di moda a ritratti, e da ritratti a reportage quasi da
scena del crimine. È un volume a carattere più retrospettivo che raccoglie 69
fotografie (31 a colori e 38 in bianco e nero) realizzate per diversi magazine (Vogue,
tra tutti) ed è quello che definisce il suo stile rendendolo un’icona della fashion
photography.
I soggetti, generalmente modelle seminude che indossano corsetti ortopedici, donne
bardate con selle in cuoio, nonché manichini per lo più amorosamente allacciati a
veri esseri umani, vengono colti sistematicamente fuori dallo studio, spesso in
atteggiamenti provocanti, a suggerire un uso della fotografia di moda come puro
pretesto per realizzare qualcosa di totalmente differente e molto personale.
Big Nudes
Con questo volume del 1981, Newton raggiunge il ruolo di protagonista nella storia
dell’immagine del secondo Novecento.
I 39 scatti in bianco e nero di Big Nudes inaugurano una nuova dimensione della
fotografia umana: quella delle gigantografie che, da questo momento, entrano nelle
gallerie e nei musei di tutto il mondo.
Nell’autobiografia dell’artista pubblicata nel 2004, Newton spiega come i nudi a
figura intera ripresi in studio con la macchina fotografica di medio formato, da cui ha
prodotto le stampe a grandezza naturale di Big Nudes, gli fossero stati ispirati dai
manifesti diffusi dalla polizia tedesca per ricercare gli appartenenti al gruppo
terroristico della RAF (Rote Armee Fraktion)
Note biografiche
Helmut Neustätder, in arte Helmut Newton, nasce a Berlino il 31 ottobre del 1920 da
una ricca famiglia di origine ebrea. L’ambiente della borghesia berlinese gli permette
di seguire le proprie passioni e di avvicinarsi al mondo della fotografia fin dalla
giovane età: a soli 12 anni acquista infatti la sua prima macchina fotografica.
Con la diffusione delle leggi razziali naziste, lascia la Germania nel 1938 e trova
temporaneamente rifugio a Singapore, ma poco dopo si vede internato ed espulso in
Australia dalle autorità britanniche. A Sydney si arruola con l’esercito australiano per
combattere nella II Guerra Mondiale. Grazie alla devozione nei confronti del paese
che lo ospita, nel 1946 ottiene la cittadinanza australiana, e nel 1948 conosce e sposa
l’attrice e fotografa June Brunnell (in arte June Browne o Alice Springs), alla quale
resterà legato per oltre 50 anni.
Dopo la guerra lavora come fotografo freelance a Melbourne, collaborando con
diverse riviste tra cui Playboy. Nel 1961 si trasferisce a Parigi, dove inizia a
conoscere fama e popolarità grazie ai suoi scatti, pubblicati dalle più note riviste di
moda internazionali come Vogue, Elle, GQ, Vanity Fair e Marie Claire, ed esposti in
tutto il mondo.
Nel 1976 pubblica il suo primo volume di fotografie White Women, immediatamente
osannato dalla critica per il rivoluzionario gusto estetico, segnato da un erotismo
predominante. Raggiunge l’apice della carriera e della fama a cavallo tra gli anni ’70
e ’80 con le serie Sleepless Nights e Big Nudes, quando inizia inoltre a lavorare per
grandi firme come Chanel, Versace, Blumarine, Yves Saint Laurent, Borbonese e
Dolce&Gabbana.
Conclude la sua carriera nel 1984, realizzando con Peter Max il video dei Missing
Persons, Surrender your Heart. Si ritira così a vita privata, vivendo tra Montecarlo e
Los Angeles. Muore il 23 giugno del 2004 a 83 anni, in un incidente stradale a bordo della sua Cadillac.