L’interesse nei confronti del rapporto spazio/tempo è al centro della ricerca di Carmeni, che sceglie i colori partendo anche da sollecitazioni letterarie; il verde di Garcia Lorca ma anche le intuizioni di Lewis Carroll, scrittore e matematico. Così Carmeni è architetto, ricercatore, fotografo e sperimentatore. Ma anche cartografo – nel vero senso della parola, avendo analizzato in profondità mappe geografiche – tracciando attraverso il lavoro su uno scatto fotografico, le parti che vanno messe in rilievo, quelle che possono sfocare, con il risultato di una nuova ‘geografia fotografica’, è il caso di dire. L’importante è che al cartografo si affianchi sempre l’esploratore, e a Carmeni piace l’idea di rendere l’osservatore anche esploratore. Non ci interessa più, quindi, il precetto di cosa deve fare la fotografia con Carmeni, ma cosa riesce a fare una fotografia. E dunque torniamo all’inizio. “Non bisognerebbe mai giudicare un fotografo dal tipo di pellicola che usa, ma solo dal come la usa”. Ernst Haas. Preciso, quanto una percezione. (Testo di Matteo Gardonio Ducrocq)
Mostra a cura di Živa Kraus