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Le ciotole di Toots Zynsky

'Per un artista contemporaneo come la Zynsky, la ciotola è una forma interessante più per le complesse relazioni tra superficie interna ed esterna che non per le implicite allusioni metafisiche. Il contrasto interno - esterno è il cardine su cui sono giocati la concezione, l'esecuzione e la fruizione delle sue forme, il che lascia supporre che la ciotola debba rimanere vuota, poiché un qualsiasi contenuto celerebbe gran parte delle superfici interne. Il fatto che sia aperta ed esponga quanto più possibile la concavità rende possibile il dialogo tra interno ed esterno. Il problema è stabilire quanto debbano essere alte le pareti per mantenere in vita questo dialogo. Troppo alte e la ciotola diventa un vaso, troppo basse e diventa un piatto: in nessuno di questi due casi interno ed esterno riescono a fondersi in un'unica esperienza estetica.

Una funzione fondamentale di queste curve è quella di offrire a chi osservi dall'esterno, degli scorci delle sue superfici interne. Si tratta di curve estremamente espressive, e il vetro così forgiato narra il susseguirsi di decisioni scultoree culminanti in una forma finale. Ma queste ciotole narrano anche la storia della tecnica vetraria della Zynsky. Sono fatte di canne di vetro fuso talmente sottili da poter essere definite fili. Questi conferiscono alla superficie una struttura rigida, ma segnano anche un netto contrasto tra interno ed esterno, dato che le due diverse serie di fili corrono spesso lungo direzioni diverse, come pure diverse sono le colorazioni. Si può dire che l'artista stessa ha inventato queste tecniche, che fanno ormai parte del suo stile così come le forme, frastagliate e svasate, e l'iridescenza delle tonalità. E' qui che entra in gioco il linguaggio dei fili di vetro. Ci sono in genere due multipli strati di fili, corrispondenti all'interno e all'esterno della ciotola. Lo strato di base è composto di solito da fili colorati, disposti in modo tale da formare disegni astratti che a volte ricordano i dipinti di Morris Louis. Questa fase di lavorazione è, in certo qual modo, una forma di pittura.

La Zynsky utilizza una tavolozza di una sessantina di colori, e i suoi assistenti passano gran parte del loro tempo nel preparare i fili, con l'aiuto di un congegno creato per lei da un ingegnere olandese. Lo strato superiore è fatto, per contrasto, con fili di vetro chiaro che, con la fusione a caldo, formano una specie di rivestimento semitrasparente che smorza i colori spesso vivaci della superficie esterna. A volte gli strati, e dunque il contrasto interno-esterno, finiranno con l'essere ribaltati, con un interno vivace e un esterno più tenue. In ogni caso l'anatomia della ciotola può dirsi completata quando lo sono i due strati di fili, e a quel punto può iniziare il processo di forgiatura scultorea che porterà dal disco alla ciotola. I fili resteranno separati anche dopo la fusione, dunque l'opera pare fatta di fibre, appena ruvida al tatto. La trama offre una dimensione in più ai veli di colore intenso, apportando un suo specifico contributo all'estetica del concavo e del convesso. In un'epoca in cui il rapporto tra arte e bellezza è tanto ampiamente dibattuto, l'opera della Zynsky possiede una bellezza assoluta. Si tratta però di quello che il poeta André Breton avrebbe definito bellezza febbrile. L'intensità cromatica, la vitalità tattile delle pareti scanalate, le rutilanti energie di forma e disegno si fondono in un insieme luminoso grazie all'interazione tra vetro e luce. Ecco il motivo per cui le sue ciotole devono restare vuote. Il contenuto oscurerebbe quell'interazione. Queste opere sono tra gli oggetti più belli che mai siano stati fatti, e la loro bellezza è il prodotto della materia vetro e della sua trasformazione artistica attraverso i processi di lavorazione.'

(Arthur Danto)

dettagli
Biglietto: ingresso libero
quando
dal 10/10/14 al 08/12/14
DoLuMaMeGiVeSa
Orario: (scegli la data)
dove
Palazzo Loredan - Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti
Campo S. Stefano, 2945 - 30124 Venezia
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