IL CAOS è un progetto espositivo promosso dalla Società San Servolo Servizi in collaborazione con la Provincia di Venezia che si è svolto nell’arco di tre anni, con tre esposizioni che hanno di volta in volta affrontato tematiche essenziali della vita della nostra società: quella del lavoro nel 2009, la questione della migrazione nel 2010 e i conflitti, appunto quest’anno.
La trilogia è dedicata a Pier Paolo Pasolini e prende il titolo dalla rubrica che il poeta tenne dal 6 agosto del 1968 al 24 gennaio del 1970 sul settimanale “Tempo” e che proseguiva il suo impegno rappresentato dalla precedente rubrica “Dialoghi con Pasolini”, che lo scrittore e regista aveva tenuto su “Vie Nuove”. Fu un momento complesso e fondamentale della vita di Pasolini e della società italiana. Si era infatti aperta una crisi profonda con il nuovo sviluppo del capitalismo e con il trauma del sessantotto e Pasolini intraprese una riflessione profonda e illuminante su quanto avveniva.
Il carattere del nostro tempo è naturalmente molto diverso, così come gli eventi che lo stanno segnando, ciononostante molte similitudini e tensioni in qualche modo analoghe ci fanno tornare a riflettere su quelle pagine e sui ragionamenti che Pasolini con lucidità e coraggio andava facendo. È ormai circa un ventennio che l’arte ha modificato il proprio approccio al mondo, scegliendo di impegnarsi nella comprensione della realtà e nella denuncia di quegli aspetti della nostra società più complessi e contraddittori. In particolare nell’ultima decade ha spostato il proprio campo di azione dalla dimensione estetica a quella più propriamente etica, trovando un nuovo ruolo e una nuova funzione nel nostro complesso ambiente attuale. La trilogia IL CAOS vuole rendere testimonianza di questo stato dell’arte, affrontando in maniera esplicita situazioni e tematiche sociali ed etiche, attraverso il lavoro di quegli artisti che stanno significativamente intervenendo in quest’ambito.
A rafforzare questa condizione, ma anche per mostrare le differenze con immagini di pura documentazione o narrazione, ogni anno abbiamo presentato un docufilm, che ha avuto appunto la doppia funzione di aprire una finestra direttamente sulla realtà, ma anche di segnare la differenza linguistica e di senso con le opere degli artisti.