Ci sono artisti che riescono a far dialogare mondi apparentemente lontanissimi: un mazzo di gladioli a una tastiera di pianoforte, un giocattolo sonoro per bambini a processi compositivi di precisione millimetrica. Il pianista e compositore Giancarlo Cardini è uno di questi: in molti lo conoscono per un suo leggendario video (cliccatissimo su Youtube) mentre interpreta come in un raptus il Solfeggio parlante di Castaldi allo stadio di S. Siro di fronte a migliaia di persone in delirio. Altre sue opere, soprattutto quelle nate negli anni '70, sono invece meno frequentate dai gruppi di musica contemporanea, Per questo motivo Collettivo Rituale, la formazione creata all'interno del Benedetto Marcello da Riccardo Vaglini e che da alcuni anni è attiva nel riscoprire e riproporre il repertorio della performance degli anni '60 e '70, ha coinvolto gli studenti della classe di composizione e altri performers aggiunti per rappresentare a Venezia due opere di Cardini particolarmente legate all'idea estatica e ipnotica di natura: la prima, basata su una poesia di Robert Frost (O quieta e dolce mattina di ottobre), di tipo più tradizionale, l'altra meno facilmente classificabile, a metà tra teatro, performance, musica, pantomima (Neo-Haiku Suite). La presenza dell'autore, i suoi consigli e le sue note di regia costituiranno inoltre un'occasione unica per gli studenti del conservatorio e per il pubblico degli appassionati per vivere da vicino un'esperienza artistica di rara autenticità e rigore formale.
Giancarlo Cardini (1940-), O quieta e dolce mattina d'ottobre. Una poesia di Robert Frost per voce recitante, pianoforte e percussioni, 1990.
Giancarlo Cardini, Neo-Haiku Suite per pianoforte, fiori, luci, oggetti e due esecutori, 1970-79.