Un omaggio appassionato alla musica del celebre compositore
direttore artistico e coreografo Pascal Rioult
La cifra stilistica di Pascal Rioult viene definite: formale, astratta, incisiva e austera. Il movimento nasce dal torso e dal plesso solare, si nutre di cambi di direzione improvvisi, salti e spirali come vuole la tecnica della ‘maestra’ Graham.
Il programma di Serata Bach, raccoglie coreografie composte da Rioult tra il 2008 e il 2015 su alcune delle partiture più celebri di Johann Sebastian Bach. Quattro titoli in cui la rigorosa struttura della musica barocca incontra l’evanescenza e la modernità delle forme.
Emblematico il titolo d’apertura, Views of the Fleeting World (Visioni di un mondo fugace, del 2008) ispirato all’omonima serie di xilografie dell’artista ottocentesco giapponese Hiroshige su L’arte della fuga. Un brano meditativo diviso in nove parti (ensemble e passi a due) in cui i corpi dei danzatori fanno da contrappunto allo spazio rarefatto, alle proiezioni video che scorrono, quasi impercettibilmente, sul fondale. Ogni momento della composizione riflette la profondità delle emozioni che emergono dalla contemplazione degli elementi della natura, quasi un ‘religioso ascolto’ del respiro del cosmo.
Tutt’altra atmosfera per City, quartetto del 2010 ambientato tra grattacieli di una non troppo immaginaria città. Volutamente realistica la scena, come gli abiti casual indossati dai danzatori, per rimandare alla frenesia del vivere urbano, incalzante come la Sonata n. 6 per violino e pianoforte di Bach.
Il brano seguente, Polymorphous, é il più recente e si sviluppa su una selezione di Preludi e Fughe da Il Clavicembalo ben temperato, chiude Celestial Tides (Maree celesti, 2011) scandito sui tre tempi – Allegro, Adagio, Allegro – del Concerto Brandeburghese n.6, un flusso emotivo e di forme che rende leggibile la musica nella sua serrata forza contrappuntistica che non concede tregua all’ascoltatore. Magniloquenza espressiva, soprattutto del quartetto centrale sull’Adagio con le viole da braccio concertanti, su cui la mente dello spettatore indugia a lungo, anche fuori dalla sala.