Con Le giovani parole, Mariangela Gualtieri ridà vita orale ai propri versi, cucendo insieme tre movimenti. In primo luogo il Sermone ai cuccioli delle mia specie, testo che ha il tono accorato, riflessivo ed esortativo dei sermoni, dedicato a tutti coloro che dell’infanzia avvertono la potenza, la meraviglia, il dono, la leggerezza e anche la minaccia che su essa incombe.
La parte centrale riprenderà i temi della natura e dell’amore, fino ai più recenti inediti, mentre a chiudere sarà Bello mondo, un luminoso sfaccettato ‘grazie’ che partendo da un poema di Borges prosegue intrecciando versi della Gualtieri e versi di poeti amati. Tutto potrà infine sciogliersi in dialogo, dando ascolto alle possibili richieste dei presenti o alla ripresa di temi suggeriti dalla contemporaneità.
Il rito sonoro di questa poeta si prosciuga, divenendo sempre più essenziale, in una dimissione che abbraccia gli astanti e li guida nell’attenzione plenaria dell’ascolto, fino ad avvicinarsi allo stesso dinamismo energetico in cui è avvenuta la scrittura dei versi.