famiglia di poveri contadini in un paesino della bassa friulana all'inizio degli anni '30. La vicenda ha al centro il piccolo Checo (Galli, di Nomadelfia) con la sua infelicità di bambino che - in quanto diverso dagli altri per intelligenza, sensibilità, fantasia - è sbeffeggiato dai coetanei (lo chiamano 'lo spaventapasseri') e incompreso dagli adulti. Tratto dal racconto autobiografico Io non ero un fanciullo (inedito fino al 1980) di padre David Maria Turoldo, poeta e saggista, e girato interamente a Coderno (Udine), suo paese natale, con gli abitanti come attori, è l'austera rievocazione di una condizione umana e sociale (il mondo contadino che la nascente civiltà industriale pone in secondo piano e trasforma), la proiezione di una solitudine individuale (e spirituale) sullo sfondo di un'altra solitudine collettiva (e materiale).
Un film di Vito Pandolfi. Con Pierre Dux, Odile Versois, Michel François, Jean D'Yd.