Lo spettacolo è tratto dal libro più famoso di Antoine de Saint-Exupéry (1900-1944), una delle figure più rappresentative del Novecento: pilota civile e militare, uomo capace di grandi battaglie e di grandi solitudini, autore di libri dove il volo aereo è quasi sempre protagonista, ma mai in senso aneddotico o auto-celebrativo, bensì come tramite di considerazioni molto profonde sull`animo umano, dettate da un uomo che si è trovato spesso ai limiti delle condizioni estreme. La grande metafora del bambino che si presenta misteriosamente a un pilota col suo aereo in avaria nel Sahara e che, dopo una storia di amicizia con quello strano adulto, scompare 'lassù' altrettanto misteriosamente, è nota a tutti. Lo spettacolo, secondo gli accordi presi con gli eredi, si ispira fedelmente al testo e alle immagini del famoso libro, best-seller (dalla sua uscita nel 1943) della letteratura per ragazzi, o meglio, della letteratura 'per quegli adulti che un giorno furono ragazzi', per parafrasare le celebri parole del suo autore.