Nicolas Zadounaïsky, fedele all’iconografia occidentale sviluppata dalla pittura due-trecentesca e poi rinascimentale, recupera vecchie scatole di cartone inutilizzate, ne scolla i bordi e aprendole scopre inaspettate croci latine con le quali interpreta, con ironia, la forza comunicazionale ed evocativa del Cristo crocifisso.
Le scatole, piccole o grandi che siano, si svuotano del contenuto per il quale sono state create per riempirsi di nuovi, antitetici ed etici, contenuti, da scoprire lungo i collages (tecnica mista) di questa via crucis colorata e pop, realizzata con materiali poveri e di riciclo.
Come l’imperatore Costantino, il giorno precedente alla battaglia contro Massenzio, fu abbagliato dalla Croce e in hoc signo vicit, così anche in questa storia la Croce si concretizza inattesa. Strappa un sorriso il pensiero che si nascondesse nelle scatole di cartone ma ricordando gli indizi suggeriti dal Messia sul dove cercarlo (“Tagliate un ciocco di legno; io sono lì. Sollevate la pietra, e mi troverete…”) non dovrebbe apparire poi tanto strano.
L’artista trasfigura l’oggetto in concetto compiendo un’operazione sacra (e mai dissacrante), potente e allegorica come parabola profetica, rispettosa dei valori universali dei quali l’icona della Croce si fa portatrice nelle culture di ogni tempo eppure intelligentemente graffiante; dadaista indagine della società odierna attraverso i suoi valori fondanti –economici, politici, sociali- o la perdita di essi.