Oliviero Zane, artista eclettico e creativo, si interessa e indaga i poteri comunicazionali dell’immagine (declinata nel campo dell’arte visiva ma anche della grafica, della fotografia, del web design) conducendo da tempo una ricerca linguistica che muove dall’omologazione ripetuta dei supporti delle opere, siano esse pittoriche o realizzate a tecnica mista, per analizzare gli sviluppi che il segno artistico, attraverso la sua emancipazione dai confini predisposti, assegnati e prevedibili, assume; un’esplorazione primariamente concettuale sull’idea di contenitore e contenuto, di materia che vincola il gesto e spirito che invece, come atto creativo dell’intelletto, si libera da ogni imposizione per intraprendere sviluppi ed epiloghi propri, simili a forme viventi cresciute in vitro.
Oliviero Zane osserva da vicino, con la curiosità di un qualunque signor Palomar, lo scorrere minuto della vita, riconoscendolo nel dipanarsi della diversità, nel principio della differenziazione delle specie in sottospecie, verso un individualismo biologico sviluppato da un progresso genetico che se ripercorso a ritroso riconduce il tutto ad un’unica entità originaria, ad una gestazione comune del principio della vita.